Villa Inferno Bologna, la testimone: "Ecco chi c'era, tra cocaina e orge"

La frequentatrice: "Sapevo che la ragazza era minorenne e una sera la portai via da lì per proteggerla"

La cosiddetta Villa Inferno (foto Schicchi)

La cosiddetta Villa Inferno (foto Schicchi)

Bologna, 6 settembre 2020 - «A Villa Inferno ho visto chiaramente persone che dopo aver bevuto e assunto coca, facevano vere e proprie orge. Evidente che le ragazze che la frequentano e ricevono cocaina in regalo sono pronte a prostituirsi». E’ il 3 giugno, davanti al pm Stefano Dambruoso e a un maresciallo della Stazione Bologna, viene sentita una trentenne.

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Da lei, l’ennesima conferma che gli inquirenti aspettavano sulle feste a base di droga e sesso, alla presenza anche di minorenni, nella villa di Pianoro di Davide Bacci, l’imprenditore indagato con altri sette e unico al momento in carcere. 

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Uomini e donne. Uno spaccato dall’Inferno, ma anche di come trovare cocaina per Bologna, in alcuni locali, sia cosa estremamente facile. E proprio in uno di questi la teste racconta di aver conosciuto la diciassettenne che ha scoperchiato il pentolone e ha dato il via all’inchiesta. «Mi è stata presentata da amici – attacca – a dicembre a... (fa il nome di un locale, ndr) eravamo lì anche perché entrambe consumiamo cocaina e a Bologna sappiamo dove trovarla tra i tavoli...». Fa il nome di altri due locali «dove si trova facilmente», tant’è che «il mio ex ci andava a spacciare». Il mirino poi torna su Villa Inferno e su Davide Bacci, uno che «organizza quasi ogni weekend feste» a Pianoro. Nella villa «con piscina e sauna» e dove i frequentatori sono «normalmente assuntori che vogliono divertirsi». Ci sono «uomini e donne...». Poi una lista di nomi e cognomi, visti con i suoi occhi.

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Anche la modella. L’elenco consta di 12 nominativi (tra cui Luca Cavazza, l’ex politico e capo ultras della Virtus ai domiciliari e un altro indagato con obbligo di firma): c’è la blogger di Instagram, l’ingegnere con vari appartamenti in città che «dispone sempre di cocaina in quantità abbondante» e «senz’altro la cede ma non so se sia uno spacciatore di professione». Il dj che vive all’estero, il tassista, l’ex carabiniere che oggi «mi dicono lavori in un’azienda», poi una modella e alcuni agenti immobiliari. «Ad aprile – dice ancora –, sono stata a una festa e ho notato persone che non mi sono piaciute, le ragazze erano prostitute». 

La minore e l’hotel. Ecco poi la sera in cui ha visto la diciassettenne nella villa: «Aveva assunto molta coca, mi era sembrato che molti uomini ne stessere approfittando. Ho deciso di portarla a casa mia, sapevo che era minorenne e ho voluto proteggerla». La testimone parlerà anche di un video, mostrato da Bacci, dove la diciassettenne «era coinvolta in esplicite attività orgiastiche». Alle 7 di mattina «ci siamo allontanate» per chiamare P.R., altro indagato, e chiedergli «di passare e portare della coca». Il pomeriggio, chiude la donna, la minore e P.R sono in un hotel di Bologna: «Mi hanno invitato a raggiungerli per continuare a farci di coca. Non potevo e ci siamo salutati». Da quel momento «non ho più avuto modo di incontrare la ragazza», ma qualche tempo dopo saprà «che sua madre la stava cercando perché era sparita».

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