Vipera, cosa fare e come riconoscerla. La guida

Il vademecum della polizia provinciale pensato per chi ama passeggiare in montagna: come distinguere una vipera da un altro serpente non velenoso e come riconoscerne il morso

Una vipera (foto De Pascale)

Una vipera (foto De Pascale)

Bologna, 14 agosto 2018 - Undici pagine, con disegni e descrizioni, per imparare a distinguere una vipera da un altro serpente. E anche cosa fare in caso di morso. A firmarle è la Polizia provinciale che, nel realizzare il breve vademecum, ha pensato soprattutto a chi, in questo periodo, ama passeggiare sul nostro Appennino.

Attraverso immagini e descrizioni dettagliate (qui sotto), la Polizia provinciale insegna come distinguere una vipera da un altro serpente non velenoso e come riconoscerne il morso. La guida fornisce anche alcuni consigli utili sui comportamenti da evitare in campagna e le indicazioni da seguire in caso di morso di vipera.

Le specie di serpenti presenti in Italia sono 23 di cui solo 4 sono pericolose per l'uomo perché possono procurare un morso velenoso. Nella guida compaiono quelle che popolano il territorio bolognese e sono descritte per forma, dimensioni, colori e abitudini alimentari. La Vipera comune o aspide è presente solo nell'area appenninica e frequenta tendenzialmente ambienti aridi come pendii aperti e asciutti, ma di può trovare anche in zone umide ad alta quota. Gli adulti raggiungono fino a 60 cm, occasionalmente 75 cm. Il loro corpo è pesante (anche se più slanciato rispetto ad altre specie di vipera), la coda è corta e la testa larga di forma triangolare, il muso si presenta rivolto all'insù e l’occhio piccolo con pupilla verticale. Si muove con movimenti lenti e manca di aggressività; morde solamente se infastidita o accidentalmente calpestata. In caso di morso di vipera, riconoscibile dal segno di due forellini distanziati di circa 6-8 mm, circondati da un alone rosso, da cui fuoriesce sangue misto a siero, la guida consiglia di mantenere la calma per evitare un'accelerazione del flusso sanguigno che faciliterebbe la propagazione del veleno; fasciare e immobilizzare la zona o l'arto colpito, come si farebbe nel caso di una frattura, ma non bloccare la circolazione sanguigna; disinfettare il punto morsicato; andare al più presto da un medico o in ospedale. Divieto assoluto di tagliare o cauterizzare la ferita; applicare ghiaccio o succhiare la zona morsicata; somministrare un siero antiofidico; fare un laccio emostaticoagitarsi, far sforzo fisico e ingerire alcooli

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