Vittoria Cappelli, omaggio alla signora della danza

Ha portato il grande balletto in tutte le piazze. Il 15 giugno per lei riconoscimento alla carriera alla Camera dei deputati

Vittoria Cappelli, omaggio alla signora della danza

Vittoria Cappelli, omaggio alla signora della danza

di Valentina Bonelli

Vittoria Cappelli ha dedicato la sua vita alla danza: il suo "è stato tra i più importanti contributi artistici del Novecento ed è tuttora vastissimo nel segno della promozione e valorizzazione delle arti, delle bellezze culturali e storiche". È la motivazione del prestigioso riconoscimento alla carriera che riceverà il 15 giugno nel corso di una cerimonia alla Camera dei deputati officiata dal presidente della Commissione cultura, scienza e istruzione Federico Mollicone. Anche la sua città onorerà una carriera straordinaria, cogliendo l’occasione per conferirle la Turrita d’argento.

Signora Cappelli, come ha accolto la notizia?

"Con emozione e felicità, per il significato dato al mio lavoro: quarant’anni di carriera, ottant’anni di amore per quell’arte sublime che è la danza. Per me non è mai stata solo spettacolo, ma arte e cultura. Come diceva Béjart ’la danza è l’arte del XX secolo, perché è dinamica, fisica, popolare e raffinata insieme’ e, aggiungo io, insegna la disciplina e il rigore".

Ottant’anni di vita teatrale: i suoi primi ricordi?

"Posso dire di essere nata davanti a un palcoscenico: avevo 5 anni quando con mia sorella Carlina assistevo dal palco di proscenio agli spettacoli del Teatro Comunale di Bologna, di cui mio padre Carlo Alberto era sovrintendente. Ho amato subito la lirica e la prosa, ma nessun’altra arte mi emoziona come la danza, in tutte le sue forme".

Quando ha trasformato questa passione in aspirazione?

"È stato l’incontro folgorante con Carla Fracci, che nel 1971 danzava Romeo e Giulietta all’Arena di Verona, di cui mio padre era sovrintendente. Nel 1982 in Piazza Maggiore a Bologna, organizzammo il mio primo spettacolo: ’Moda, danza e musica’. Insieme alle grandi firme della moda apparvero per la prima volta i Momix, in seguito protagonisti di tanti miei spettacoli".

Quando ha iniziato a collaborare con la televisione?

"Nel 1986 con ’Questa è l’Arena, qui è nata Maria Callas’, spettacolo dedicato a mio padre e trasmesso da Rai1 in mondovisione".

Da piazza dei Miracoli a Pisa con ’Le Divine’, a piazza Sordello a Mantova con ’Festa a corte’, al Colosseo a Roma con ’Il gioco dell’eroe’. Fino a Plaza Major a Madrid con ’Los Divinos’. Perché le piazze?

"Perché sono il cuore delle città. Dal 1987 al 2010 io e Vittoria Ottolenghi le abbiamo fatte vivere attraverso la danza, animando anche strade, musei, teatri. Grazie a Rai1 che trasmetteva in prima serata in mondovisione, i luoghi simbolo italiani si aprivano al mondo per raccontarne le loro bellezze, con i grandi danzatori e coreografi del nostro tempo".

Qualche evento l’ha emozionata di più?

"La danza in Vaticano, davanti a papa Wojtyla, nell’anno 2000 del Giubileo, con migliaia di giovani riuniti in piazza San Pietro per la Giornata mondiale della gioventù. E appena nel novembre dello scorso anno Memorare, nella basilica di San Petronio, per una serata di danza e musica patrocinata dall’arcivescovo Matteo Zuppi e offerta alla città dal Comune di Bologna".

È fresca notizia che il sindaco Matteo Lepore le conferirà la ’Turrita d’argento’ per "l’impegno e la dedizione alla danza, diffusa alle giovani generazioni".

"Un’altra emozione per me. Sì, per la mia città continuo a lavorare, soprattutto per offrire ai giovani occasioni di formazione e condivisione. E sono onorata di collaborare per la Stagione di danza con il mio adorato Teatro Comunale".

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