
Piccioni (Ravaglia)
Bologna, 25 febbraio 2015 - Ha rischiato di morire in piena notte, se non fosse stato per il pronto intervento della moglie che ha chiamato il 118. Lui è un settantacinquenne che vive un appartamento in piazza Roosevelt, a due passi dal Comune. Ha avuto uno choc anafilattico dovuto alla puntura di una zecca di piccione. «Se sono vivo – racconta a distanza di alcuni giorni – è solo grazie al prezioso intervento di professionisti del 118». Tira un sospiro di sollievo, ma è preoccupato. E non solo per se stesso. «Voglio fare un appello ai cittadini e alle istituzioni – dice – perché abbiano fine i tormenti e le ansie di chi viene punto da queste zecche che si riproducono e nidificano nei sottotetti dei palazzi vicino a piazza Maggiore. L’annidamento di questi parassiti è pericoloso per la salute pubblica come la loro proliferazione e non va sottovalutato».
L’incubo è iniziato diversi mesi fa, ma il settantacinquenne non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi privo di sensi in ospedale. «A volte mi svegliavo con delle strane punture sul corpo che davano prurito – spiega –. Pensavo a un’allergia». Fino a qualche notte fa. «Non riuscivo a tenere un bicchiere in mano e all’improvviso ho perso conoscenza. Poi non ricordo nulla». La moglie chiama il 118 e l’uomo viene portato al Maggiore. Dopo l’intervento dei sanitari e le prime cure le sue condizioni migliorano. «Mi hanno detto che ho avuto uno choc anafilattico – spiega – e i medici hanno associato la reazione che ho avuto alle punture che avevo sul corpo: la loro conformazione è il segno classico della puntura di una zecca di piccione». Gli effetti delle punture di questi insetti, che possono arrivare ad attaccare anche l’uomo, non sono gli stessi su tutti. «Anche mia moglie è stata colpita dai morsi di zecche – dice – e per parecchio tempo ha avuto un gonfiore sul polso e abbiamo paura per la nostra nipotina».
IN CASA, dopo un controllo accurato, la coppia ha isolato una zecca «nel letto della bambina di due anni, mentre un’altra l’abbiamo fotografata. Sono molto piccole, pochi millimetri, e quasi invisibili». L’appartamento in cui vivono è di proprietà dell’Inps a cui è stato segnalato l’accaduto. «Siamo preoccupati, bisogna fare una disinfestazione – conclude – e una bonifica sui tetti dove probabilmente i piccioni nidificano per asportare il guano». Il problema, tra l’altro, è già noto al Comune e non riguarda solo il centro storico. Alcuni giorni fa, infatti, Palazzo d’Accursio, dopo un sopralluogo dell’Ausl, ha emesso un’ordinanza nei confronti del proprietario di un immobile in via dell’Arcoveggio ordinandogli di rimuovere il guano di piccione su un balcone e procedere «con una disinfezione» per poi adottare «interventi finalizzati a impedire lo stazionamento, la penetrazione e la nidificazione di volatili».