Portici Unesco Bologna, Elena Di Gioia: "Ecco il Festival con musica e balli"

La delegata alla Cultura presenta la kermesse: arrivano mesi di eventi e laboratori, il clou nel maggio del 2023

un tratto di portico Unesco

un tratto di portico Unesco

Bologna, 30 giugno 2022 - "Verranno coinvolte anche le case di quartiere e i circoli culturali. Ma non solo: parteciperanno pure i pub di via Zamboni, gli spazi sui colli e anche il carcere minorile del Pratello. Parteciperà praticamente tutta la città, perché i portici Unesco sono un’immensa calamita culturale". Sessantadue chilometri di porticato sono diventati un anno fa ’patrimonio dell’Umanità’, e il Comune mantiene la promessa, quella vittoria va celebrata: nel maggio 2023 si terrà il Festival Internazionale dei Portici, una kermesse che sarà vetrina sul mondo e che riaprirà la città alla grande heure culturale. Come? La scelta è quella di una road map che dalla fine dell’estate fino appunto al maggio dell’anno prossimo (e oltre) terrà impegnata la città. Eventi su eventi, con Matteo Lepore che recupera un suo pallino pre-pandemia da assessore alla Cultura, la danza (il Dancin’ Bo di Capodanno era andato benone), e con le Due Torri che ricorderanno a tutti di essere ‘Città della Musica’. Il cocktail perfetto lo racconta la delegata metropolitana del sindaco alla Cultura, Elena Di Gioia. "Abbiamo chiuso le istruttorie, ci sono gli esiti di due bandi, abbiamo scelto due linguaggi – spiega Di Gioia –: danza e musica, due arti collegate al corpo, ‘fratturato’ dalla pandemia".

L’obiettivo?

"Sicuramente un grande coinvolgimento di tutta la comunità. Attraverso questi due linguaggi guarderemo ai 12 tratti Unesco e ai complessivi 62 chilometri di portici come spazi culturali e formativi".

Si spieghi meglio.

"Ci sarà un percorso di avvicinamento che partirà a fine estate e che durerà fino a maggio 2023, quando si terrà il Festival. Con i due bandi sono stati selezionati 15 progetti, 8 sulla danza e 7 sulla musica, che prenderanno vita mano a mano in città. Avremo la possibilità di narrare quella storia incredibile che possiedono quei portici che rappresentano la nostra città, spazi privati che sono diventati spazi pubblici e che con il Festival e il suo percorso di avvicinamento diverranno esperienza collettiva, una grande festa".

Che tipo di attività si svilupperanno sotto i portici?

"Sarà un arco straordinario. Avremo una parte imponente di workshop, laboratori, passeggiate coreografiche sotto i portici, anche lezioni".

Anche in luoghi i nediti?

"Come detto, verranno coinvolti anche gli spazi vicini ai beni tutelati dall’Unesco. Dagli spazi della zona universitaria, come i pub, al carcere del Pratello fino al verde dei colli, i progetti prevedono tantissime variazioni e sperimentazioni".

Quali?

"Mi viene da pensare a mix musicali sperimentali, dalla Classica con Mozart rielaborato in freestyle, al rap e alla mazurka, la filuzzi, la polka chinata, fino alle danze dell’800 e del ’900. Con gli spettacoli verranno raccontati anche i beni architettonici che li ospitano, i portici associati a un’idea di socialità, in un lavoro che sa tenere il passo minuto nelle comunità".

Ci pare di capire che sarà importante il coinvolgimento dei cittadini. Potranno partecipare agli spettacoli?

"Sarà fondamentale la parte dedicata al welfare culturale. Coinvolgeremo anche i più fragili, gran parte dei laboratori sarà rivolta a loro, si lavorerà anche sui linguaggi e sui contesti legati alle disabilità. Un grande attenzione poi l’avranno l’adolescenza e i cittadini della ‘grande età’, in un lavoro assolutamente votato all’inclusività e all’accessibilità. E sì, i cittadini potranno partecipare alle performance che saranno create da una rosa di laboratori tenuti da importanti coreografi, musicisti, artisti in generale".

Insomma, il Festival dei portici lo farà la città.

"Per noi il senso del Festival è questo, l’intera città si ‘festivalizzerà’. Da una parte ci sarà un grande cantiere creativo e collettivo, una dimensione corale con la cittadinanza, gli esiti dei workshop saranno al Festival. Dall’altra si spingerà sul pedale della partecipazione di grandi artisti internazionali e nazionali, con i loro spettacoli, e accanto a loro la nostra grande rete culturale cittadina avrà modo di crescere ancora. Sarà una grande storia collettiva".

Il costo dei bandi?

"Un milione di euro, sono fondi Pon-Metro. Integreremo con bandi poi un’altra parte del festival. Di sicuro, lo ribadisco, nel percorso di avvicinamento lavoreremo ovunque, dal Treno della Barca fino al centro".

Si sa già qualcosa sul clou del Festival del maggio 2023?

"No, stiamo definendo tutto, anche il programma dei laboratori. Presto ci saranno novità".

 

 

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