Umberto Eco, progetto per portare a Bologna la sua straordinaria biblioteca

L’idea di Fondazione Carisbo e Ateneo: acquisire il fondo del docente. Si tratta di oltre 35mila volumi, 12mila sono antichi e preziosissimi

Umberto Eco era un grandissimo bibliofilo

Umberto Eco era un grandissimo bibliofilo

Bologna, 31 marzo 2018 - Fondazione Carisbo e Università a braccetto per portare sotto le Due Torri l’incredibile eredità di Umberto Eco, una biblioteca di oltre 35.000 volumi – di cui 1.200 preziosissime antichità – che l’intellettuale scomparso due anni fa ha raccolto nell’arco di una vita. Casa Saraceni si potrebbe fare carico almeno di una parte del finanziamento necessario per rilevare dagli eredi l’immenso patrimonio cultura del semiologo. È questa la proposta arrivata dall’Alma Mater che ha trovato una sponda in via Farini.

Il tema è già stato affrontato sia in un consiglio di Palazzo Saraceni sia in una riunione del Collegio d’indirizzo. Per il momento non c’è una proposta scritta. Ma i contatti informali sono già ben avviati. «Se ce lo chiedessero e ci fossero le condizioni – spiega il presidente di Casa Saraceni, Leone Sibani – potremmo essere uno dei finanziatori del progetto che sarebbe una grande opportunità per tutta la città». Le cifre non sono ancora ufficiali, ma sia al cda che al Collegio è stata consegnata una prima valutazione. E da quello che risultato in Fondazione Carisbo c’è la volontà di lavorare sul dossier.

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Magari anche con l’aiuto di Patrizia Violi, direttrice del Centro internazionale di studi umanistici ‘Umberto Eco’ dell’Alma Mater e una delle prime allieve del professore. Gli eredi di Eco al momento stanno ancora valutando le varie possibilità. «Ne stiamo parlando in famiglia, ma non abbiamo ancora deciso quale sarà il destino della biblioteca. Noi contatti con la Carisbo non ne abbiamo avuti», dice Stefano Eco, il figlio del professore. Di certo si tratta di un’operazione complessa che spetterà al prossimo consiglio della Fondazione Carisbo (l’attuale scade a fine mese) sbrogliare. Le cifre però non dovrebbero essere un grosso problema, visto che l’esercizio 2017 di Palazzo Saraceni si chiuderà con un utile netto di circa 102 milioni. La prima bozza di bilancio parlava anche di un tesoretto da 800 milioni da reinvestire in tempi molto rapidi. 

Ma su quella previsione non va fatto troppo affidamento perché la cessione di una parte delle quote di Intesa (operazione da circa 400 milioni) è ancora in alto mare. E dentro la Fondazione c’è chi spera che il nuovo governo (quando arriverà) allenterà la scadenza perentoria fissata dal ministero per liberarsi delle partecipazioni bancarie. Di sicuro la vicenda della biblioteca di Umberto Eco segna anche il ritorno alla normalità dei rapporti tra la cassaforte della città e l’Ateneo. Relazioni che avevano registrato il punto più basso con l’esclusione del rettore Francesco Ubertini dall’assemblea dei soci di Palazzo Saraceni. 

Tra i progetti da lascare in eredità al prossimo consiglio di via Farini, infine, c’è anche il recupero del Santuario di Santa Maria del Baraccano. L’Asp che è proprietaria della chiesa ha già stanziato due milioni per la ristrutturazione. Sarà della partita anche la Fondazione Carisbo che si è già detta disponibile a finanziare una parte del progetto. 

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