Bologna, 1 marzo 2017 - Appuntamento allo stadio il prossimo 24 marzo, ma stavolta il pallone non c’entra. L’obiettivo è trovare lavoro, o meglio: trovare lavoratori. Ingegneri e periti specializzati soprattutto. Per occupare almeno duecento di quei mille posti che ogni anno – disse il presidente di Unindustria Alberto Vacchi – nelle fabbriche di Bologna rimangono drammaticamente vacanti.
Per ovviare al problema nel lungo termine, a fine 2016 gli industriali hanno lanciato il programma ‘Istruzione tecnica, la scelta che rifarei’, volto a promuovere gli Iti cittadini e il nuovo corso di laurea in Meccatronica. Rimaneva il problema contingente e ci ha pensato Lavoropiù, società bolognese di ricerca di personale. “Abbiamo letto le interviste del presidente Alberto Vacchi sui giornali – confessa Matteo Naldi, direttore marketing di Lavoropiù – è ci è sembrato un dovere, visto che è il nostro mestiere, aiutare domanda e offerta a incontrarsi”.
E’ nato così il Career Day Imt, sigla che sta per Industry meet talent, l’industria incontra i talenti. Duecento tra ingegneri e periti meccanici, informatici, elettrici ed elettronici, di un’età compresa tra i 20 e i 26 anni, tutti provenienti da fuori provincia: al momento la regione più gettonata è la Puglia con il 30% dei curricula selezionati, il resto è equamente suddiviso tra Marche, Abruzzo, Calabria, Campania e Romagna. Dall’altro lato sono già pronte 30 aziende bolognesi dell’area meccanica, dalle grandissime alle medio-piccole. “Per farli incontrare – considera Naldi –, serviva un luogo abbastanza grande, ma non immenso e dispersivo come il padiglione di una fiera”. Magari un luogo caratteristico e familiare anche a chi non è di Bologna. “Ci è venuto spontaneo pensare al Dall’Ara – ragiona Naldi – che ci vede di casa visto che siamo sponsor del Bologna”.
Non il prato, ovviamente. L’incontro avverrà nell’area hospitality, tra tribuna e terrazza Bernardini. “Ogni candidato farà tra i sette e gli otto colloqui individuali – spiega il manager –. Il giusto equilibrio tra qualità e quantità: Puntiamo ad arrivare alla firma per almeno 50 di loro, tra lavoro somministrato e contratti siglati direttamente con le aziende”. E gli altri? “Abbiamo preso un impegno formale a non abbandonarli – assicura Naldi –. Così per chi rimane fuori prepareremo corsi di aggiornamento e azioni specifiche per migliorarne il profilo”. L’idea, insomma, è non mandarli via. E ci mancherebbe, dopo la fatica fatta a cercarli di regione in regione.