Elezioni comunali Bologna 2021, Critelli: "Nel Pd hanno voluto azzerarci"

Il parlamentare sui ‘ribelli’ epurati: "Non parlo di destini individuali, ma di una linea di pensiero. E la federazione è venuta meno al suo ruolo"

Da sinistra: Francesco Critelli, Isabella Conti e Alberto Aitini, il ticket delle primarie

Da sinistra: Francesco Critelli, Isabella Conti e Alberto Aitini, il ticket delle primarie

Bologna, 8 settembre 2021 - Perché è accaduto? "Trovo che l’esclusione degli assessori Alberto Aitini e Gieri sia un errore gravissimo, una vera e propria epurazione che non ha mai avuto precedenti. Una macchia indelebile per la vita del partito democratico di Bologna – è netto Francesco Critelli, parlamentare del Pd, nel commentare per la prima volta quanto accaduto alla fine di agosto, quando i due assessori della giunta Merola sono stati esclusi dalla lista Pd per le elezioni del 3-4 ottobre per motivi politici –. Né da parte del candidato sindaco, né da parte del segretario sono giunte spiegazioni: credo quindi che con quelle liste si sia voluta cancellare con un tratto di penna un’intero linea di pensiero del partito, azzerandone così la pluralità interna. Da questa decisione è nato il condivisibile appello di Enrico Letta".

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Secondo lei ci sarebbe stata quindi la volontà di qualcuno di emarginare un’area politica in particolare? "No no, il punto non è mai il destino delle persone. Il punto è che si è voluto cancellare un tratto identitario del Pd. Il partito di Bologna ha abdicato alla funzione di partito plurale, eliminando un pensiero plurale che caratterizza la nostra comunità politica. Il punto non sono i destini dei singoli, altrimenti ci sarebbe stata una risposta positiva alle tante proposte arrivate nelle ultime ore prima dell’assemblea. Il punto è la rappresentanza del pensiero che fa del Pd un partito plurale".

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Ha citato Letta, che ha invitato tutti a ricucire. Come si fa? "Ringrazio il segretario, che ha avuto parole chiare: è evidente che determinate cose non dovevano accadere. Tocca a chi si è reso protagonista dello strappo, quindi al candidato sindaco e al segretario di federazione. Nei modi e nelle forme che non sta a me indicare, qui non sono in ballo posti o poltrone: il tema è capire se qualcuno crede ancora al Pd come a un partito plurale, o se qualcuno invece preferisce rifugiarsi in antichi recinti negando le ragioni per le quali il Pd è nato ormai 14 anni fa".

Anche Alessando Alfieri, coordinatore nazionale di Base Riformista, ha detto che tocca a Lepore. Sono previsti nuovi incontri a Roma ? "Siamo davanti a un bivio: se vogliamo rafforzare le ragioni per cui è nato il Pd, come credo io, quindi se vogliamo valorizzare l’incontro di punti di vista diversi, oppure se vogliamo che il Pd diventi qualcos’altro. Mi pare che per qualcuno il Pd debba tornare nei vecchi recinti".

Lepore direbbe: nella lista del Pd voglio solo persone fedeli alla mia linea politica. "Per come sono abituato a ragionare io, in politica non bisogna chiedere a nessuno la fedeltà, ma chiedere a tutti la lealtà. Che nessuno dei sostenitori di Isabella Conti alle primarie ha fatto venire meno una volta chiuse le urne delle primarie. Questo modo di ragionare uccide le primarie, oltre che la pluralità nel Pd. Che pluralità non debba significare risse o boicottaggio dell’azione amministrativa non ci sono dubbi, ma da questo punto di vista non credo si possa accusare nessuno di avere queste intenzioni. Si tratterebbe quantomeno di un giudizio preventivo".

Come giudica l’operato della federazione in questo passaggio politico? "Mi sarei aspettato che la Federazione non venisse meno al suo ruolo. Così come è vero che la giunta è un organo fiduciario del sindaco, è vero che le liste per il Consiglio comunale e per i quartieri rappresentano il partito. Mi dispiace che queste liste abbiano scientemente tenuto fuori idee e punti di vista interni al Pd. Che non si eliminano certamente con la votazione di quelle liste, e che sono sicuro contribuiranno ad arricchire il dibattito congressuale che ci sarà dopo le elezioni".

Ha sentito ultimamente Lepore e il segretario Tosiani? "No. Ho sentito molti colleghi, tutti molto preoccupati per quanto accaduto. Chi mai avrebbe potuto immaginare? Forse chi questo disegno l’ha pensato e orchestrato dall’inizio".

Pentito di aver sostenuto alle primarie Isabella Conti? "No. L’abbiamo sostenuta non nella speranza di ottenere poltrone, anzi, se così fosse stato avremmo fatto scelte diverse. Abbiamo invece interpretato lo spirito vero delle primarie. Per quanto accaduto ultimamente, sottoscrivo quanto dichiarato dagli assessori Gieri e Aitini. Per il resto, credo che la sfida di Isabella di partire dai 10mila voti delle primarie per misurarsi con un elettorato ben più numeroso sia tale da meritare il mio sincero in bocca al lupo".

E’ stato un finale della costruzione delle liste molto agitato, velenoso, legato anche a una notizia, riportata da alcuni media e che il Carlino non ha volutamente pubblicato, riguardanti un audio tra un dirigente del Pd e una sindaca e presunti voti distratti alle primarie nazionali del 2019. "Da garantista parto dal presupposto di innocenza, e a maggior ragione trovo sbagliata l’indifferenza del gruppo dirigente, che così non tutela il partito e nemmeno gli interessati dalla vicenda. Per questo credo che si dovrebbero adire tutte le sede opportune, per accertare i fatti e sgombrare il tavolo dai dubbi".

Un clima teso che va disinnescato in vista del Congresso? "Parlo per esperienza personale, sono stato vittima dell’avvelenamento dei pozzi tramite fonti anonime. Il dibattito del partito deve tornare costruttivo, credo che la chiarezza su quella vicenda possa ricostruire un clima di fiducia reciproca".  

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