VALERIO BARONCINI
Elezioni Comunali

Matteo Lepore: "Aitini nella lista del Pd? Non decido io chi deve cadere dalla torre"

Il candidato sindaco del centrosinistra freddo sui ‘ribelli’ dem che alle primarie votarono Conti: "La scelta spetta ad assemblea e partito"

L’assessore Matteo Lepore

L’assessore Matteo Lepore

Bologna, 27 agosto 2021 - I RIBELLI: Alberto Aitini sì o no nella lista Pd? La risposta di Matteo Lepore, candidato sindaco del centrosinistra, è netta: "Non devo essere io a dire chi deve cadere dalla torre". La sua opinione Lepore la esternerà "nell’assemblea cittadina, sabato. Nei luoghi deputati e non altrove, com’è successo per mesi. Perché ascolto, decido poi parlo. E voglio che si superi la logica delle correnti". Ma è chiaro che l’operazione-mediazione, invocata anche dal Nazareno, desta forti perplessità per la tenuta della futuribile maggioranza.

L'aggiornamento Bologna, i ribelli Pd fuori dalla lista dem. Aitini: "No a epurazioni mascherate"

Lepore, chi ha sostenuto Isabella Conti, va dentro o fuori la lista Pd?

"Celebro un anno di campagna elettorale. E un anno fa, proprio alla Festa dell’Unità, ho scelto di non parlare mai contro nessuno e di rispettare luoghi e tempi della discussione. Abbiamo coinvolto tante persone che erano scettiche nei confronti della candidatura, ho ascoltato le assemblee nei quartieri e insieme con il segretario Luigi Tosiani faremo una sintesi. Luigi farà una proposta che sarà pienamente sostenuta da me".

Quindi?

"L’obiettivo è candidare la lista più competitiva per la partita elettorale, che non è affatto scontata. A volta mi sembra che balliamo solo tra noi, come se avessimo già vinto. Ma dobbiamo guardare alla coalizione e ai cittadini. Nel partito c’erano due idee diverse di coalizione, di città e della politica, prima delle primarie. Ora vedo un segnale chiaro: 7 liste, 300 candidati, con tanti che non mi avevano sostenuto, anche nella mia civica personale. Sono per un profilo netto e un percorso inclusivo, ma è chiaro che la discussione andava fatta da tempo".

Non crede che l’assenza dell’assessore Alberto Aitini dalla lista Pd sarebbe un danno per il partito?

"Faremo la scelta giusta e quello che uscirà dall’assemblea sarà il profilo. Ho apprezzato lo stile di Andrea Colombo e Marco Lombardo, che non si sono candidati, ma continueranno a contribuire alla vita del Pd e li ringrazio per il lavoro di questi anni. Altri fanno scelte differenti: chi fa parte del gruppo dirigente Pd sa che nella politica ci sono momenti in cui si decide".

Intanto è partita la Festa dell’Unità. Con il ritorno di quella nazionale a Bologna.

"Voglio ringraziare le migliaia di volontari che in un periodo non facile ci permettono di montare una Festa che ci riempie d’orgoglio. Il nostro progetto per Bologna è quello di renderla la città più progressista d’Italia: Bologna a livello nazionale deve essere punto di riferimento per politiche del lavoro, della scuola, del welfare e anche della pandemia. Le persone devono sapere che a Bologna non si lascia indietro nessuno, vogliamo affermare il diritto alla fragilità".

E’ un messaggio anche per il Pd?

"Nella chiusura di questa legislatura ci saranno identità più forti e posizionamenti netti. Penso sia finita l’idea dei partiti pigliatutto che parlano a tutti con una vocazione maggioritaria. Si tornano a costruire le coalizioni per governare nel 2023 e per farlo occorre guardare a società civile e terzo settore. La sinistra ha grandi capacità inespresse, serve un Pd che sia baricentrico".

Ha costruito in questo senso anche la sua lista?

"Sono giunti 200 curricula, con disponibilità di mondi diversi tra loro: chi viene dall’impresa, chi dal mondo moderato, chi conosce da vicino il mondo della disabilità, chi dall’università. Una persona che farà parte della mia lista è Marialba Corona, presidente dell’associazione Angsa che si dedica ai bambini con autismo. Con loro abbiamo già fatto tante cose, ma queste famiglie hanno bisogno di essere rappresentate e sostenute. Non le lasceremo indietro".

E poi?

"Antonello Roca, operatore ecologico della Brodolini: ci siamo conosciuti perché ho cercato di capire in prima persona come funzionava la raccolta porta a porta, andando sul posto e parlando con la gente. C’è un evidente problema su strada legato ai rifiuti in centro storico. Ci apprestiamo a firmare un nuovo contratto con un gestore che sarà selezionato con un bando e voglio arrivare preparato. Ci sono le grandi strategie, ci sono i manager, ma c’è pure l’ultimo miglio. I cittadini devono sapere che il controllo lo farà direttamente il sindaco, sarà un ritorno all’antico. Per questo nella mia squadra voglio anche candidati che appartengono ai servizi pubblici".

Ora si apre la partita del Pnrr.

"Risorse importanti: serve una cabina di regia sotto la leadership del sindaco metropolitano: avremo fondi per la rigenerazione urbana da spendere realizzando opere entro giugno 2026. Ho alcune idee, penso alla ‘città della scienza’ tra Ravone, stazione, Bolognina, Tecnopolo, Fiera e Parco Nord: un progetto che serve per dire al mondo cosa siamo, ma anche a migliorare servizi e spazi pubblici dentro la città già costruita. E poi alta velocità, hub per ricerca, case della salute, telemedicina, fare più nidi".

Il Pilastro è di nuovo nei titoli delle cronache. Come se ne può uscire?

"Se sarò eletto sindaco, mi occuperò in prima persona del tema sicurezza, con un progetto integrato e diversi collaboratori. I livelli sono due: rispondere colpo su colpo alla criminalità e la prevenzione. Partiamo dal primo: in questi giorni c’è stata una grande risposta alle forze dell’ordine, voglio ringraziare tutti loro e il questore. A livello di repressione c’è da fare questo: rispondere subito con arresti ai criminali. Non devono esserci sacche lasciate ai malviventi organizzati. Poi c’è l’altro fronte, più lento ma altrettanto importante, e riguarda il miglioramento che dobbiamo fare noi sul tema della prevenzione. I quartieri devono essere come case: quindi servono lavoro, edilizia pubblica, scuola e opportunità di formazione, servizi di qualità, maggior numero di telecamere. Il sindaco deve essere garante, deve girare, incontrare, assumersi responsabilità. Per me la sicurezza non sarà l’ultimo dei problemi: anche se abbiamo più sicurezza che in altre città, possiamo sempre fare meglio".

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