Bologna, 13 novembre 2022 - A Bologna è chiaro chi sta con Stefano Bonaccini, nel caso il governatore regionale si candidasse al prossimo Congresso Pd. Molto meno chiaro è chi starebbe con Elly Schlein, che da due giorni ha rotto gli indugi e ha assicurato che parteciperà al percorso del Congresso. Niente candidatura ufficiale però. E quindi nel Pd anche chi potrebbe fare un pensierino su Schlein per ora sta cautamente sotto coperta, i tempi sono ancora immaturi. Da spartiacque farà un pochino l’assemblea nazionale Pd che potrebe tenersi il prossimo weekend, tra il 18 e il 20 novembre, anche se non sarebbe escluso uno slittamento dell’ultim’ora al 26. In quella sede dovrebbero essere anticipati i tempi congressuali, con la scadenza di marzo che dovrebbe essere spostata a febbraio. Passato quel crinale si potrà cominciare a fare sul serio.
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Intanto però, sotto le Torri, chi sta con chi? Pochissimo è cambiato da un mese a questa parte, da quando cioè Stefano Bonaccini affermava che sarebbe sceso in campo nel momento in cui avesse capito di essere "utile" al partito. La possibilità di una sua candidatura resta alta, malgrado alcuni rumors su un eventuale ripensamento. Con lui stanno apertamente Andrea De Maria e Gianluca Benamati, e anche se non l’ha ancora detto chiaramente, sicuramente non lontano da Bonaccini è il segretario regionale Luigi Tosiani. Poi l’europarlamentare Elisabetta Gualmini, l’assessore regionale Andrea Corsini, il governatore della Toscana, Eugenio Giani, e tanti altri, forse anche la sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti, e anche il movimento dei giovani ’rottamatori’ bolognesi, ‘Rigenerazione’, capeggiato da Matteo Meogrossi (vicesegretario provinciale dem) e Davide Di Noi. Da Roma per Bonaccini era partito anche il sostegno dell’ex ministro Lorenzo Guerini (Base Riformista), mentre l’attuale minoranza all’interno della Federazione bolognese – tra i principali riferimenti Francesco Critelli, Alberto Aitini e Dario Mantovani – non ancora si è espressa e lo farà, secondo quanto filtra, dopo aver avuto adeguate rassicurazioni sulla pluralità del partito a Bologna. Diversa la situazione in maggioranza, che palesemente continua ad andare a due velocità. Se una buona metà (De Maria-Benamati) ha già detto o comunque delineato la pista Bonaccini, l’altra metà non si è ancora espressa e un rischio spaccatura esiste. Non si è dichiarato ancora - e non è detto che lo farà – il sindaco Matteo Lepore, non si è espressa la segretaria provinciale Federica Mazzoni, non si è dichiarata la sinistra del Pd bolognese. Ci sono i like su Facebook a Elly Schlein di alcuni esponenti come Daniele Ara e Stefano Caliandro, ma da quanto risulta sarebbero like di apprezzamento all’allargamento del confronto congressuale (il post è quello dell’annuncio pre-dichiarazione su Instagram), non alla probabile candidatura di Schlein. Che finora ha incassato ufficialmente solo l’ok delle Sardine e del loro fondatore Mattia Santori. Ancora cauti, infine, i prodiani sui nomi.
C’è poi l’extra-bolognese, che oggi ha due possibilità: Paola De Micheli e Dario Nardella. L’ex ministra dei Trasporti è in campo ufficialmente e ha già incassato l’ok di alcuni esponenti dem locali, come Elena Torri. Farà un ticket con Bonaccini? Non è chiaro. Mentre potrebbe sparigliare le carte in tavola l’arrivo del sindaco di Firenze, Nardella, che potrebbe portarsi con sé altri sindaci (una tentazione per Lepore?) per rimarcare quel percorso di chi le elezioni in Italia, per il Pd, le ha vinte.
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