Errani, dimissioni in una settimana. Voteremo per la Regione in autunno

Definita la complessa 'road map' per uscire dall'impasse istituzionale di Andrea Zanchi FOTO La carriera politica di Vasco Errani VIDEO Pariani: "Tempi brevi per le primarie"

Vasco Errani e Matteo Renzi (Foto Ansa)

Vasco Errani e Matteo Renzi (Foto Ansa)

Bologna, 10 luglio 2014 - Dimissioni ufficiali di Errani alla fine della prossima settimana, tre giorni consecutivi di Assemblea, da martedì 15 a giovedì 17, per votare i provvedimenti più urgenti — assestamento di bilancio e programmazione dei fondi europei in primis — ed elezioni entro tre mesi, a fine ottobre o al massimo il 9 novembre. La ‘road map’ che dovrebbe accompagnare l’Emilia Romagna fuori dalla crisi istituzionale si è delineata con più precisione ieri, dopo che la giornata di martedì, quella in cui Errani aveva annunciato il proprio addio dopo la condanna in appello nel processo Terremerse, era stata dominata dai dubbi e dal caos interpretativo su leggi e tempi.

La svolta decisiva è arrivata nel pomeriggio. La riunione dei capigruppo dell’Assemblea, indetta per convocare la prossima seduta del consiglio, si chiude con una nota congiunta di tutti i partiti con cui si chiede a Errani di "posticipare la formalizzazione" delle dimissioni, "in modo tale da permettere all’Assemblea di portare a termine l’iter di approvazione di diversi progetti di legge e atti amministrativi" urgenti. Tempo poche decine di minuti e il sottosegretario della giunta, Alfredo Bertelli, fa capire che il margine di manovra in tal senso è ampio. "Errani valuterà — dice Bertelli —, penso e spero che sia nelle condizioni di aderire a una richiesta che ha un grande senso delle istituzioni". E poi, interrogato sui tempi del voto, cita come esempio quanto fatto dall’ex ministro Cancellieri con il Lazio, la quale "ha inteso i tre mesi (previsti dalla normativa, ndr) per svolgere le elezioni, non per indirle". Dunque, con le dimissioni ufficiali di Errani in calendario per la fine della prossima settimana, alle urne si andrà questo autunno. Al massimo ai primi di novembre.

Inevitabile, con questi tempi, che il Pd sia sempre più tentato di far saltare le primarie e sostenere un nome deciso in autonomia dai dirigenti. Con un ruolo di primo piano, in questa scelta, del premier Matteo Renzi. È quanto, sempre ieri pomeriggio, diceva apertamente la capogruppo democratica in viale Aldo Moro, Anna Pariani, seguendo la linea già tracciata in mattinata dal favorito alla segreteria regionale del Pd, Paolo Calvano. "I tempi devono essere brevi e il Pd deve assumersi la responsabilità di guidare velocemente questa transizione — chiarisce la Pariani —. Quindi credo che l’unità nella proposta di un nome andrebbe certamente in questa direzione. Ed è una discussione da fare in raccordo con la segreteria nazionale, perché il peso e l’importanza dell’Emilia Romagna lo impongono". 

Con una campagna elettorale ormai alle porte, di conseguenza non ci sarebbe più spazio per il congresso regionale, inizialmente fissato per domenica 5 ottobre. La scelta di procedere con un nuovo rinvio, il terzo, verrà presa nella direzione regionale straordinaria che sarà convocata per domani sera o al massimo lunedì. Intanto il candidato civatiano Antonio Mumolo ha già consegnato in via Rivani 800 firme di iscritti Pd in tutte le province regionali a sostegno della sua corsa per la segreteria regionale e ha chiarito la sua preferenza per le primarie nella corsa al dopo Errani.

Andrea Zanchi

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