Primarie Bologna 2021, Parisi le benedice

Il prodiano Parisi, papà dei gazebo ricorda il 2005: "Vendola riuscì a battere Boccia. Se Conti prevarrà sugli assessori, nessun problema: il Pd vince comunque"

Parisi assieme a Prodi

Parisi assieme a Prodi

Bologna, 26 aprile 2021 - Arturo Parisi, prodiano, già ministro della Difesa, e papà delle primarie, per ora non si schiera. Ma nel vocabolario dei gazebo di coalizione cancella il richiamo all’ordine dei vertici dem: "L’unico tradimento sarebbe attentare alla libertà di scelta degli elettori". Professore, Letta ha rilanciato le primarie: gesto d’amore. Torna la stagione dei gazebo? "Amore è in politica una parola inusuale e perciò ancor più impegnativa. Gesto d’amore per la città, per la partecipazione democratica e in particolare per il Pd. Per dirla con Pasquino le primarie sono per il Pd ‘un elemento costitutivo della pur debole identità del partito’. Come potrebbe il loro primo sostenitore non essere il garante del loro corretto svolgimento?". Che cosa resta dello spirito del 2005? "Certo il ricordo di quel festoso 16 ottobre che ancora oggi porta il nome di Prodi. Le prime primarie a livello nazionale. Ma la mia nostalgia va al gennaio di quell’anno, quando sperimentammo il primo regolamento nazionale, e, in un clima unitario e dopo una gara corretta, Vendola di Rifondazione, rovesciando ogni pronostico, prevalse su Boccia della mia Margherita". A Bologna ci sono tre sfidanti. Due del Pd, una di Italia Viva. Ma tra i dem c’è già chi ha scelto la Conti. Un tradimento? "Quello che conta è che a decidere sia il voto libero dei votanti. Mi sembra che ieri Letta non abbia lasciato dubbi. L’unico tradimento sarebbe attentare alla libertà di scelta degli elettori". Per i vertici del Pd bolognese votare la Conti significa non rispettare la comunità dem. È d’accordo? "Confido che a questo punto non siano d’accordo neppure loro. A leggere Tosiani sul Carlino sembra che la chiamata all’ordine sia ormai cosa passata. Il se delle primarie, il quando e il chi, sono alle nostre spalle. Resta da definire il come. Un punto spesso dolente. Ma sono fiducioso". Promuove le primarie online? "Se si fanno in presenza le ’secondarie’, si possono fare in presenza anche le primarie. È solo questione di volontà e di organizzazione". Come giudica un eventuale ticket Aitini-Conti? "Tutto dipende da qual è la scelta al centro delle elezioni. Non mi risulta che i bolognesi oltre a un sindaco/a siano chiamati a scegliere come nelle presidenziali Usa un vice". I dem bolognesi si sono spaccati. Colpa di Renzi, delle correnti nazionali o il partito qui ha fatto errori? "Finora il nervosismo non è mancato. Come alla partenza tra i canapi del Palio di Siena. Ognuno ha fatto il suo errore. Tutti lo stesso. Quello di parlare a nome dei candidati, e, soprattutto, al posto dei bolognesi. Nelle primarie io riconosco solo chi alza la mano per dire il suo progetto di governo per la città, e soprattutto i cittadini che scelgono tra i progetti proposti". Se vince Conti, per il Pd è una sconfitta? "E perché mai? Come ha detto Letta, se nella gara sta al posto che le regole gli assegnano, il Pd vince comunque. A contare di più è la vittoria finale non quella nella semi-finale". Prodi ha paragonato Salvini a Bertinotti. Lepore, Renzi a Salvini. Che cosa ne pensa? "Che Salvini giochi a fare la parte che fece Bertinotti mi sembra indiscutibile. Quanto al confronto di Lepore, lo considero un evidente segno di nervosismo. I cavalli sono ancora tra i canapi alla partenza". Nel Pd è arrivato Letta. Lepore si rifà alla fabbrica di Prodi. Tosiani al cantiere delle idee. Può tornare l’Ulivo? "Se fosse così facile. L’Ulivo non è pianta che possa vivere in una sola città. Se parliamo del livello nazionale troppe cose ancora mancano. A cominciare da una legge elettorale che consenta ai cittadini di dire da chi vogliono essere governati". Ci sono le condizioni per un centrosinistra più largo di quello di Bonaccini? "Siamo ancora indietro. Molto. In luogo della prospettata alleanza organica tra Pd e il vecchio 5S attorno alla quale costruire una nuova coalizione, siamo con Letta a un dialogo tra una nuova alleanza di centrosinistra che dialoga con i nuovi 5S di Conte. Una rivoluzione. Ha fatto bene Letta a rinviare prudentemente la risposta città per città".

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