Bonaccini alla Festa dell'Unità: "Conosco la Regione meglio di Balzani". Ma l'ex sindaco vince la sfida degli applausi

Primo faccia a faccia fra i candidati Pd alla presidenza dell'Emilia-Romagna in vista delle primarie del 28 settembre. L'ex sindaco di Forlì contro i carrozzoni e gli sprechi, critica Merola sulle nozze gay. Bonaccini lo difende

Bonaccini e Balzani (FotoSchicchi)

Bonaccini e Balzani (FotoSchicchi)

Bologna, 19 settembre 2014 - "Credo di conoscere la regione meglio di Roberto" e "credo di avere in più relazioni nazionali ed europee", grazie agli incarichi avuti. Lo ha detto Stefano Bonaccini prima di salire sul palco per il match tra primaristi con Roberto Balzani.

"L'Emilia-Romagna, su molti temi, ha raggiunto standard che la pongono ai vertici europei - ha detto Bonaccini -  ma su una cosa in questi anni, non ce l'ha fatta: dobbiamo fare una lotta alla burocrazia". E' questo uno dei temi sui quali il candidato alle primarie del centrosinistra ha intenzione di incentrare la propria attivita' se diventera' presidente. "Dobbiamo cancellare le norme - ha detto - che fanno perdere tempo e soldi alle famiglie e alle imprese, con l'obiettivo principale che e' quello di ridare un lavoro alle troppe persone che in questi anni lo hanno perso". Rispetto al governo di Errani, secondo Bonaccini, l'innovazione e' indispensabile, "ma senza dimenticare che su molti temi come gli asili nido, che hanno come conseguenza il fatto che l'occupazione femminile e' ai livelli piu' alti in Italia, siamo al primo posto. Su queste cose non si deve arretrare, anzi la nostra sfida sara' quella di soddisfare interamente la domanda".

Una Regione che sappia fare delle scelte e non si limiti alla gestione e alla negoziazione. E' quella che ha in mente invece Roberto Balzani e che ha esposto alla Festa dell'Unita' nel confronto con Bonaccini. "All'inizio la Regione Emilia-Romagna - ha detto, citando Guido Fanti, il primo presidente - aveva una visione progettuale, poi questo progetto e' ripiegato sulla gestione e nella negoziazione, con il fallimento del policentrismo. Oggi deve recuperare una visione politica fortissima". Per spiegare il suo concetto ha citato il caso dei tecnopoli: "un'idea giusta, sul quale sono stati investiti 150 milioni che pero' sono andati quasi tutti nel mattone, anziche' nella ricerca applicare. Si dovevano scegliere tre o quattro settori e non dare soldi a pioggia per accontentare tutti i territori". Balzani non ha rifiutato l'etichetta di candidato di discontinuita': "ma sul progetto - ha precisato - e non sulla persona, perche' con Vasco Errani ho sempre avuto un ottimo rapporto anche quando abbiamo avuto delle divergenze".

Nozze gay

Roberto Balzani critica Virginio Merola sul registro delle nozze gay, Stefano Bonaccini lo difende. "Virginio sapeva perfettamente cosa faceva, provare a forzare per vedere che diritti prima negati devono essere messi al centro", dice Bonaccini dal palco della festa dell'Unita'. Conferma le critiche invece Balzani. "Sono laico, ho una concezione molto libertaria della relazioni tra individui, ma in Italia ci sono leggi che vanno rispettate- sottolinea l'ex sindaco di Forli'- durante il match tra primaristi a Bologna- capisco l'impostazione simbolica, capisco meno un conflitto tra i poteri dello Stato. Cosi' sappiamo gia' come va a finire. Sui temi etici, l'ho detto a Richetti e anche a Merola, non farei la propaganda perche' sono cose serie". Questa mattina intanto il primo cittadino e' tornato a parlare della decisione a favore della registrazione delle nozze gay contratte all'estero a Unomattina, sfidando il Prefetto di Bologna, Ennio Mario Sodano: se vuole revocare il provvedimento che le riconosce, allora "lo faccia lui".

Balzani vince la sfida degli applausi: "Con me gli elettori di Renzi"

"Come mi immagino il mio elettore alle primarie? Me lo immagino come quello che e' andato a votare alle primarie di Renzi". Lo dice cosi' Roberto Balzani, che non nasconde l'ambizione di interpretare in Emilia-Romagna il ruolo di 'rottamatore' gia' rivestito dall'attuale segretario e premier. Applaudito piu' fragorosamente (del resto piu' numerosa era la sua claque) durante il primo match tra primaristi, l'ex sindaco di Forlì e' apparso brillante e a suo agio, ma a fine confronto avvisa: "L'applausometro non mi interessa, questa platea e' molto importante ma a mio avviso non e' quella decisiva" per vincere. Come Renzi, insomma, Balzani ambisce ad andare fuori dal tradizionale recinto del partito o dei partiti. A proposito, l'intero stato maggiore di Sel (oltre naturalmente a quello Dem) era presente questa sera al Parco nord e ora dovranno scegliere se stare con un candidato che vuole le nozze gay ma anche le grandi opere (Stefano Bonaccini) o con uno che critica il registro di Virginio Merola ma si batte da anni contro gli inceneritori. Quanto a Bonaccini, in ripresa dopo lo stop ordinato dai medici, ha ribadito le linee politiche della sua candidatura ma e' rimasto forse un po' piu' sulle generali sulle proposte. E' vero che almeno apparentemente le parole d'ordine si somigliano ("zero consumo di suolo", "burocrazia zero") ma Balzani ha avuto piu' tempo per elaborare le proprie idee. Quanto a Bonaccini, per lui l'elettore ideale e' quello che va a votare: chiunque vinca "saremo piu' forti dei 266 che hanno votato la candidata a Cinque stelle", per la quale il segretario regionale Pd (autosospeso) ha ribadito il proprio incoraggiamento.

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