Presidenza della Repubblica, il passo di lato di Casini "L'Italia prima di tutto"

L’ex presidente della Camera in corsa fino all’ultimo, poi la rinuncia. In serata la standing ovation dell’aula. Il pensiero per Bologna: "Torno ai miei affetti, mi dovrete sopportare allo stadio e al palazzetto..."

Strette di mano e abbracci (tra cui quello del segretario Pd, Enrico Letta) per Csini

Strette di mano e abbracci (tra cui quello del segretario Pd, Enrico Letta) per Csini

Bologna, 30 gennaio 2022 - "Certamente tra gli aspetti positivi c’è quello che potrò dedicare più tempo ai miei affetti e alla mia città. Ci sarei stato ancora meno...", per cui "mi dispiace per voi che mi dovrete sopportare ancora molto, sia allo stadio sia al palazzetto dello sport". L’interesse nazionale prima di tutto, e in testa sempre l’abbraccio dei portici e le tribune del suo cuore, non solo quelle politiche.

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Pier Ferdinando Casini ha riportato Bologna in alto tra le istituzioni, accarezzando per alcuni giorni la possibilità di poter salire al Quirinale. E la saggezza dimostrata nel passo di lato effettuato nella giornata di ieri, per favorire la rielezione di Sergio Mattarella, ha dimostrato a tutti proprio quel gran senso di responsabilità che ad alcuni esponenti politici di primo piano in questi giorni è mancato. E non è un caso se a fine elezione, a margine della proclamazione di Mattarella (759 voti per il Capo dello Stato, il quorum era a 505), nell’aula della Camera alla 20.40 circa ci sia stata una vera e propria standing ovation con lungo applauso per l’ex presidente della Camera.

La svolta

Dopo una notte convulsa di trattative, con il nome di Pier Ferdinando Casini sul tavolo del centrosinistra e nei ragionamenti del centrodestra su un patto ‘Ursula’ per l’elezione del Capo dello Stato, lo stesso senatore aveva postato sul suo profilo di Instagram la bandiera tricolore con una breve frase: "Prima di noi viene l’Italia". Un preludio a quello che sarebbe accaduto, con la convergenza di tutti i partiti della maggioranza sul mandato bis di Sergio Mattarella.

"Non voglio anteporre ambizioni personali al bene del Paese, io non voglio essere tra questi. Io chiedo a tutti i colleghi, al Parlamento, di cui ho sempre difeso la centralità nell’ambito delle istituzioni democratiche, di togliere il mio nome dalla discussione e di chiedere al Presidente Mattarella la disponibilità a continuare il suo mandato nell’interesse dell’Italia – ha dichiarato in mattinata alla stampa l’ex presidente della Camera –. Credo ne vada della dignità e del decoro delle istituzioni. Se il Parlamento non è in grado di decidere, non può contribuire alla sua delegittimazione – ha proseguito Casini – continuando una serie di inutili votazioni. Spero che oggi pomeriggio potremo confermare il presidente Mattarella a cui chiediamo questo supplemento di responsabilità".

E così è avvenuto, con Casini che, sempre nel corso della mattinata, aveva postato una foto assieme al rieletto Capo dello Stato sempre su Instagram, rafforzate dal post: "Viva il Parlamento! Viva la Costituzione! Viva l’Italia!". Duemila e cinquecento ‘like’ e una sfilza di commenti di sostegno, da parte di colleghi e di gente comune. Poi nel pomeriggio le votazioni dell’ottava chiama, con Casini che ha comunque ottenuto cinque voti. Tra i bolognesi votati nell’ultima tornata anche Romano Prodi (un voto) e Franco Grillini (un voto).

Le reazioni

"Questa è la dimostrazione che sei e sarai sempre un uomo delle istituzioni. Grazie Pier", è stato il commento di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, proprio al post su Instagram di Casini con la foto della stretta di mano con Mattarella. "Sul piano tattico doveva avvenire ieri (due giorni fa, ndr) la sua messa in campo, perché avrebbe ostruito altre strade e non aveva nulla da perdere. Potevano rischiare e non lo hanno fatto, mi dispiace", ha detto l’ex ministro Clemente Mastella a proposito della non elezione di Casini.

Vero e proprio retroscena da parte invece di Matteo Salvini, il leader della Lega, che ha spiegato ai cronisti come l’intesa su Casini fosse praticamente a portata di mano. "A me sembra che tutti gli altri erano d’accordo su un altro nome, a un certo punto, e non sto parlando di Belloni – attuale capo dei servizi segreti, proposta con forza dal Movimento Cinque Stelle, ndr –, ma di Casini", ha rimarcato l’ex ministro dell’Interno ieri mattina, commentando l’avvenuta convergenza di tutti su Mattarella. Infine Matteo Renzi: "Casini è stato un galantuomo, avrebbe fatto ben volentieri presidente della Repubblica, ma quando ha capito che la sua candidatura rischiava di esasperare la situazione ha fatto un bellissimo comunicato", ha dichiarato il leader di Italia Viva.

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