Fontaines D.C. a Bologna, martedì 7 giugno concerto all’Arena Puccini

Grande attesa per la band post punk irlandese. L’album ’Skinti Fia’ è già instant-classic

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Bologna, 5 giugno 2022 – "Dear Fontaines … non so se leggerete questo messaggio, voglio solo dire grazie. Non sono nemmeno irlandese ma forse non credereste quanto sia identificabile la vosta arte per gli attuali giovani di tutto il mondo.. Ogni contesto ovviamente ha le sue differenze ma sento che siamo tutti legati da un filo che va oltre i confini, generazionale... sebbene alcune canzoni di Fontaines richiedano un contesto aggiuntivo per i non irlandesi, questi sentimenti sono universali e danno a molti una vena di solidarietà. Grazie". È uno dei tanti commenti che Fontaines D.C. , quintetto post punk di Dublino, ha ricevuto su You Tube, sotto al brano ’I Love You’ uscito come secondo singolo dell’ultimo album ’Skintiy Fia’ (traducibile con un modo di dire irlandese ’la dannazione del cervo’ ), per molti già un instant-classic . E’ il terzo disco del gruppo capitanato da Grian Chatten , che martedì alle 21,30 suonerà all’ Arena Puccini , e l’attesa è grandissima perché i cinque irlandesi che hanno però fatto successo trasferendosi in Inghilterra (come altri irlandesi, ad esempio My Bloody Valentine), sono considerati dei veri poeti, con liriche che toccano il cuore, anche se loro odiano chi cita Joyce o Yates per definirli, una reazione assolutamente comprensibile.

Ma anche la musica è fondamentale, gli ascolti dell’inizio di pezzi anni Cinquanta e Sessanta, la psichedelia delle isole Orkney. La città di Dublino, devastata dal capitalismo degli affitti è stata la musa ispiratrice di Dogrel , mentre A Hero’s Death ha affrontato in modo toccante l’assenza di luogo. In Skinty Fia il leit motiv è invece l’essere irlandese a Londra. E I Love You , pezzo dall’alto tasso di melancolia alla Joy Division e primo vero pezzo politico della band, parla proprio di questo. "Riguarda il modo in cui l’irlandese sopravvive o muta in un ambiente diverso", ha detto Chatten in un intervista a Vice, filosofando sull’inclinazione all’esilio del nuovo album. "Quella mutazione – aggiunge – è vista come una perdita di irlandesità, o un annegamento di essa". E’ la storia di "un festaiolo da bar , che gode di un grande successo personale e di un senso di orgoglio culturale, mentre allo stesso tempo metabolizza una profonda delusione e rabbia per l’attuale clima politico e per le più cupe atrocità storiche del Paese".