Faustino Turra è morto, il Bologna piange il jolly della prima Coppa Italia

Bologna, 15 dicembre 2022 - Faustino Turra, nel calcio di mezzo secolo fa, era il classico jolly: colui che oggi verrebbe etichettato come ‘universale’. Centrocampista di ruolo, ma all’occorrenza tornante, nelle sue sei stagioni al Bologna Turra interpretò anche il ruolo di terzino.

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Piaceva ai suoi allenatori per la dedizione e lo spirito di sacrificio: un uomo squadra a tutti gli effetti. Turra si è spento ieri, nella sua Cologne (Brescia), all’età di 83 anni. Era nato in Franciacorta il 7 febbraio 1939 e calcisticamente era cresciuto nelle file del Brescia. Con le Rondinelle aveva disputato, dal 1957 al 1963, sei campionati di B prima di approdare in serie A al Catania, dove rimase una sola stagione.

Al Bologna arriva nell’estate del 1964 per precisa scelta del neo diesse Bovina e con lo scudetto cucito sul petto, frutto del settimo sigillo conquistato la stagione precedente. Dal 1964-65 al 1969-70 Turra inanella 160 presenze in serie A con annesse 19 reti. Ha l’onore di indossare la maglia rossoblù anche in Europa, nonché di alzare al cielo la prima Coppa Italia che entra nella bacheca del club. Poi il ritorno a Brescia e il fine carriera a Imperia, dove avviò la sua esperienza da allenatore, che lo avrebbe portato a sedersi sulla panchina del Palazzolo all’inizio degli anni ‘90. Turra non ha mai lasciato la sua Cologne e in paese si era fatto apprezzare come assessore allo sport. Memore dei suoi trascorsi Faustino si era battuto per la realizzazione del nuovo impianto comunale.

Gli volevano bene tutti, anche negli ultimi tempi, quando un po’ della luce gli si era annebbiata, ma al solo sentire pronunciare il nome ‘Bologna’ - dicono - gli si illuminavano ancora gli occhi.

Turra lascia la moglie Agnese e tre figli, oltre che il ricordo di un jolly efficace e di una persona perbene. I funerali si svolgeranno domani nella sua Cologne.