di Massimo Vitali
Zitto zitto, quatto quatto, in un Bologna che oggi quasi non sbaglia un colpo, anche Lukasz Skorupski si sta prendendo meritatamente la scena. Quando si parla di portieri è bene non dimenticare mai che l’eroe di un giorno fa presto a diventare, la partita dopo, il grande colpevole. Non a caso Gianluca Pagliuca, e con lui tanti che hanno giocato tra i pali, ama spesso ripetere che "il portiere più bravo è quello che fa meno errori".
Tradotto: errare è umano, ma se di mestiere fai il portiere il rischio di errare è ancora più alto. E tuttavia non c’è dubbio che nell’eterno bilancino tra estimatori e detrattori Skorupski in questo 2023 abbia spostato il peso dei giudizi dalla parte di chi lo considera un punto di forza della squadra e non una zavorra. Molto ha pesato la paratona, frutto di ardore e sprezzo del pericolo, sul tap-in di Sabiri il 18 febbraio al Ferraris, nel giorno dell’1-2 in casa della Sampdoria, quando il numero uno rossoblù, trafitto tre minuti prima dal penalty trasformato dal marocchino, al secondo tentativo dagli undici metri prima ha respinto il rigore di Sabiri e poi si è buttato a corpo morto sulla seconda conclusione ravvicinata dello stesso, sventando la minaccia in corner.
Parata iconica, che sapeva tanto di definitivo riscatto per i non pochi bocconi amari ingoiati da quando Lukasz sbarcò a Casteldebole nell’estate 2018 in sostituzione di Antonio Mirante: e il paragone col predecessore fu immediato e quasi inevitabile.
Estate 2018, segnarsi la data: perché il tempo, in questa storia, ha un peso. La notizia è che alla sua quinta stagione in rossoblù Skorupski è entrato nella ‘top ten’ dei portieri del club in quanto a presenze ufficiali di tutti i tempi (e di tutte le competizioni), issandosi al settimo posto assoluto. Scendendo in campo con la Sampdoria il polacco aveva messo la freccia su Attilio Santarelli, portiere rossoblù a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta. Dopo la gara con l’Inter, invece, ha appaiato a quota 168 Giuseppe Vavassori, numero del Bologna negli anni successivi al settimo scudetto.
Morale: solo l’inarrivabile Mario Gianni (il ‘Gatto Magico’ che vestì la maglia rossoblù dal 1924 al 1936 conquistando, tra l’altro, tre scudetti), Gianluca Pagliuca, Francesco Antonioli, Giuseppe Zinetti, Anselmo Giorcelli e Glauco Vanz oggi sopravanzano Skorupski in quanto a presenze. Col contratto in scadenza nel 2025 Lukasz in linea teorica potrebbe guadagnare altre due posizioni in graduatoria, superando Vanz e Giorcelli, e a quel punto arriverebbe a tiro di Zinetti. Meglio però non spingersi troppo lontano con la fantasia.
Oggi Skorupski, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, si sta dimostrando all’altezza di un gruppo che sogna in grande. Ed è uomo-spogliatoio più di quanto possa apparire da fuori. Per completare l’ascesa lui e i suoi compagni semmai dovrebbero migliorare il numero dei ‘clean sheet’, ovvero delle partite chiuse senza subire gol. Con l’Inter domenica è successo: quarta volta in campionato. La scorsa stagione, però, i ‘clean sheet’ furono tredici. Nessuno è perfetto.