Bologna, il tempo degli esami è già arrivato

Questa sera esordio stagionale contro il Cosenza: dopo le batoste nelle amichevoli estive, i rossoblù non possono più sbagliare

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di Massimo Vitali

Pronti via, al Dall’Ara si comincia con la Coppa Italia: sperando che stanotte contro il Cosenza ai bolognesi non tocchi sorseggiare un altro calice amaro. Dopo una preparazione compressa e orfana di Mihajlovic, amichevoli poco incoraggianti (eufemismo) in terra d’Olanda, un mercato fin qui incompleto e il mal di pancia di Arnautovic allettato dall’offerta del Manchester United, per il Bologna cominciano gli esami veri in una competizione, la Coppa Italia, che da tempo regala più magoni che soddisfazioni. Mai come questa volta si scrive Tim Cup ma si legge trappola. Della serie: se passi il turno hai fatto il minimo sindacale, in caso di eliminazione invece si aprirebbero inevitabilmente i processi. Nel giorno della sua presentazione Giovanni Sartori si lasciò sfuggire che "la Coppa Italia è un obiettivo: con bravura e fortuna si può arrivare almeno in semifinale".

A queste latitudini però hanno spesso imperato imperizia e iella. Un anno fa, alla prima di Tim Cup, a far festa al Dall’Ara fu la Ternana neopromossa in B (5-4). Nel 2017, regnante Donadoni, arrivarono i tre cazzotti allo stomaco rifilati dal Cittadella (3-0). Infelice fu anche il primo turno di Coppa Italia del Bologna allenato da Delio Rossi (2015-16): 1-0 per il Pavia sul neutro di Vicenza. L’anno prima al Dall’Ara i rossoblù, allora in B, si erano inchinati nientemeno che alla ‘corazzata’ L’Aquila (2-1), quando a Casteldebole il numero 10 campeggiava sulla maglia di Giannone.

Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno la sfida col Cosenza è l’occasione per dare un calcio alla tradizione avversa e per regalare una gioia a Mihajlovic, ferocemente intenzionato a riprendersi il suo posto in panchina (la volontà è quella, in alternativa c’è l’opzione tribuna) dopo un’estate passata a duellare con la malattia e a guidare la squadra da remoto. Ieri Sinisa era a Casteldebole a visionare dal vivo il lavoro dei suoi collaboratori, attore protagonista, insieme ai dirigenti rossoblù, nella delicata vicenda che in queste ore fa di Marko Arnautovic, peraltro regolarmente convocato, un centravanti sospeso tra un presente da leader del Bologna e un possibile futuro da attaccante del Manchester United.

Il club, in ogni caso, continua a fare muro. Mihajlovic, che si è seduto l’ultima volta sulla panchina del Dall’Ara 85 giorni fa in campionato col Sassuolo, non ha avuto bisogno di ricorrere a grandi sforzi di fantasia per battezzare un undici titolare. Ergo: davanti a Skorupski dovrebbe giocare una linea composta da Soumaoro, Medel e Bonifazi (che però ha una caviglia ammaccata: occhio agli outsider Mbaye e Amey), un centrocampo con Schouten e Dominguez, Lykogiannis (o Cambiaso) e De Silvestri sulle corsie esterne e il tridente Orsolini-Arnautovic-Barrow davanti, con Soriano e Vignato potenziali alternative. Non convocato Ferguson, che ha un turno di squalifica rimediato in Scozia da scontare in campionato con la Lazio, ma che dopo i viaggi burocratici in patria di questi giorni è stato risparmiato dal tecnico.

Il Cosenza, invece, oggi allenato da Dionigi, a maggio si è tenuto stretto la B, con Bisoli in panchina, battendo il Vicenza nel playout salvezza. Capitano e leader è l’attaccante argentino Larrivey, vecchia conoscenza del Cagliari: nel club rossoblù giocò in due periodi distinti (dal 2007 al 2009 e poi nella stagione 2011-12) segnando 16 reti in 102 presenze.

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