Bologna senza difesa e idee Dura lezione dal Twente

Rossoblù travolti 4-1 in Olanda: dietro si balla, davanti non si costruisce nulla. Una prestazione che dovrebbe spingere il club a intervenire sul mercato

Migration

di Gianmarco Marchini

Ammettiamolo. A un certo punto ieri, lo abbiamo pensato tutti: altro che tre, ora Sartori li vende tutti. Sconcertante il primo tempo del Bologna a Enschede. Senza difesa, senza mordente, ma prima di tutto senza idee. Quasi sconcertato il Twente che cercava un test vero per prepararsi alla Conference League (il 4 agosto) e invece si ritrova a giocare da solo. Dall’altra parte, dei fantasmi che si notano giusto per il colore giallo fluo delle divise.

Il primo gol dopo due minuti e venti secondi, il raddoppio al 32’ e il tris al 36’: in tutti e tre i casi il Twente non trova opposizione alcuna. Skorupski che guarda frastornato i compagni, per poi stare a guardare pure lui sul tiro da trenta metri che vale il 4-1 (di Soumaoro l’inutile 1-3).

In mezzo Aebischer e Dominguez non schermano nulla, a destra De Silvestri annaspa e dietro - mammamia dietro - Bonifazi continua a dimenticarsi degli obblighi elementari di un difensore. Si piace troppo, ma piace ancora di più agli avversari che lo irridono a ogni occasione.

A volerlo proprio trovare, un aspetto positivo potrebbe esserci: forse, nell’economia della stagione, questa batosta di fine luglio si rivelerà preziosissima. Perché è chiaro che, dopo una tale dimostrazione di precarietà difensiva, il Bologna deve andare alla ricerca di due titolari, o quantomento di gente pronta a esserlo. Per le scommesse c’è poco spazio. Così com’è apparso chiarissimo ieri che questa squadra non può concedersi un Vignato e un Orsolini tanto vaporosi. Non saltano l’uomo, non puntano la porta, non crossano. Inesistenti, tanto che Marko Arnautovic capisce subito che l’unica strada percorribile per arrivare a qualcosa è quella di fare da solo. Inevitabile, però, l’epilogo di questa ricerca solitaria: la frustrazione, che infatti monta presto in nervosismo. Qui, con questa maglia, un giovanissimo Marko aveva visto un’alba luminosa per la sua carriera, tanto da convincere l’Inter di Mourinho a investire su di lui. Chissà se in questo stesso stadio, ieri, Arnautovic avrà riflettuto sul tramonto della sua carriera, ripensando magari ai rumors di questa estate. Resta poco tempo per la sua gloria: vuole giocarselo bene. E in generale non è tipo da certe figuracce. Come Gary Medel, che infatti dopo appena mezz’ora accende subito il primo focolaio di zuffa. Almeno il Pitbull e l’austriaco ci mettono cattiveria. Segnali di vita: lontani, sì, ma almeno segnali.

Dagli altri serviranno risposte in fretta, perché il mercato si preannuncia lungo, ma intanto la stagione corre e l’8 agosto c’è già una partita da dentro o fuori: in Coppa Italia con il Cosenza. Si svegli chi può.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro