Da Orsolini ai tifosi: dilaga l’effetto Thiago

Il giocatore rigenerato è lo specchio di una squadra rivitalizzata dal nuovo tecnico accolto con scetticismo, ma ora celebrato da tutti

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di Marcello Giordano

Non ha ricevuto la migliore accoglienza possibile, Thiago Motta. Tutt’altro. Al pronti via, si è ritrovato la contestazione in casa, senza neppure il tempo e il modo, causa sosta, di capire quale materiale avesse e dove mettere le mani. Eppure, con educazione e allo stesso tempo fermezza ha riportato la barca rossoblù in linea di galleggiamento, senza mai accampare scuse, prendendosi tutte le responsabilità e lasciando onori e meriti alla squadra una volta che il Bologna ha iniziato a conquistare risultati. Di più. Ha portato tutti dalla sua parte, a partire dallo spogliatoio rossoblù, che è ciò che conta maggiormente. Ma dalla sua parte sta iniziando a pendere anche l’ago della bilancia degli umori della piazza. Social e radio hanno fatto il pieno dei seguenti messaggi: "Thiago mi sta facendo ricredere", oppure, "Forse mi ero sbagliato sul suo conto, era da tanto che non vedevo i giocatori coinvolti e con questo spirito di squadra". E ancora: "Inizia a intravvedersi anche quel gioco che ormai latitava da tempo". Si aggiunga quel sentirsi privilegiato di essere a Bologna, il fatto che Thiago viva il Bologna come se fosse una big, lui che ha vestito le maglie di Barcellona, Inter, Psg e nazionale italiana.

"Bologna è la mia grande occasione, sono fortunato, ma il Bologna non è mio, ma nostro", non perde occasione di raccontare il tecnico, sempre pronto a coinvolgere tutto e tutti: sul carro c’è posto. Coincidenza vuole che i risultati siano iniziati ad arrivare da quando ha trovato casa e può vivere maggiormente la città, la moglie e le tre figlie, presenti domenica al Dall’Ara. Ma non può essere una coincidenza se Posch, da sconosciuto, diventa uomo partita, se Orsolini, Vignato, Dominguez e Bonifazi si sono ritrovati, se Soriano, Medel e Arnautovic remano dalla tua parte adeguandosi al nuovo credo. Tutti uniti, felici. E chi non lo è non può che prendersela con se stesso, perché Thiago risponde solo alle logiche del campo e del merito: è così che ha lanciato Ferguson, Zirkzee e Sosa, dimostrando alla piazza che non è vero che a Bologna i giocatori di valore non ci sono o che non ci sono alternative ai titolarissimi. Non ti alleni come si deve o non rendi secondo le aspettative? Puoi essere sostituito all’intervallo o rimanere fuori, come accaduto a Vignato a Napoli, ma Thiago è pronto a riabbracciare i suoi ragazzi e offrire loro una chance non appena fanno ciò che chiede. Se non sei al massimo e non riesci ad allenarti, però non giochi, regola che vale pure per sua maestà Arnautovic.

Figurarsi per Barrow, uno dei pochi insieme a Cambiaso e a Schouten a faticare a lanciare segnali di ripresa. Per questo Musa potrebbe pagare dazio con l’Inter, anche perché Orso è tornato in forma smagliante e dopo essere entrato a gara in corso spaccando le gare con Monza e Toro a gara in corso, ha voglia di prendersi la scena dal primo minuto a San Siro. A San Siro il Bologna ci arriva con il morale alle stelle, al contrario di un’Inter che, perso il derby d’Italia, è lontanissima dalla lotta scudetto ma non può concedersi altri passi falsi. Il Bologna, con Thiago, ha ritrovato la voglia di impresa e di giocarsela. Sempre. E ora, con Motta, sta ritrovando anche la sua gente.

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