Emozione Sinisa: "Voglio un grande Bologna"

La sorpresa di Mihajlovic a Casteldebole. Indossa anche la maglia da lavoro e parla alla squadra: "Io non mollo, non fatelo nemmeno voi"

Migration

di Massimo Vitali

Alle cinque della sera, sfidando i 35 gradi e il sole che picchia come un martello sulla fornace di Casteldebole, c’è un uomo prostrato, ma non vinto, dalla malattia che siede su una seggiola e con voce flebile chiama a raccolta i suoi ragazzi, o almeno quel pezzo di Bologna che ieri si è ritrovato al ‘Niccolò Galli’ per dare il via alla nuova stagione, chiedendo loro di scalare una collinetta lui che ancora una volta sta provando a scalare a mani nude una montagna.

Quell’uomo è Sinisa Mihajlovic e il messaggio è semplice: "A prescindere da chi di voi resterà o se ne andrà (il riferimento è alle porte girevoli del mercato, ndr) voglio che facciate una grande stagione. Io non mollo e altrettanto dovrete fare voi".

Un gigante, o se volete un marziano, che ancora una volta atterra con la sua navicella, inatteso, sul pianeta Bologna. Inatteso, perché di sicuro non stava scritto sul piano terapeutico delle sue dimissioni dal Sant’Orsola il blitz nell’afa di Casteldebole. Al ‘Niccolò Galli’ è come se le lancette del tempo fossero state riportate indietro di tre anni, a quel 25 agosto 2019 in cui Sinisa si materializzò a sorpresa al Bentegodi per sedersi in panchina alla prima di campionato col Verona. Gli stessi segni della malattia sul corpo, la stessa voglia di stare vicino ai suoi giocatori, lo stesso choc emotivo di tanti ragazzi che fino a ieri postavano selfie spensierati dai luoghi di vacanza e che ieri si sono ritrovati a tu per tu con il loro allenatore reduce da un mese di trincea in ospedale.

Sinisa è sbarcato a Casteldebole viaggiando sulla solita auto privata. I famigliari li aveva riabbracciati nei giorni scorsi, ma il passaggio al ‘Galli’ non era né annunciato né scontato. E invece alle 17,05 Mihajlovic è lì, accomodato su una sedia girevole a ridosso della siepe che corre tra i vialetti del centro tecnico, all’ombra, perché l’afa è insopportabile ed è un nemico dichiarato per un uomo che a causa delle terapie contro la leucemia ha le difese immunitarie bassissime. Scherza Sinisa, rimarcando le abbronzature dei suoi calciatori, la parte di gruppo che ieri ha ricominciato a lavorare orfana di tutti i nazionali ancora in vacanza, ma forte del neo arrivato Lykogiannis. Sinisa fa lo stato dell’arte della sua battaglia contro la leucemia e sprona il gruppo: "Voglio che facciate una grande stagione".

Ascoltano in religioso silenzio tutti gli uomini del suo staff, insieme a Giovanni Sartori, Marco Di Vaio e Gianni Nanni. Solo Soriano e De Silvestri interrompono il monologo dell’allenatore: "Mister noi siamo pronti, sappiamo quello che dobbiamo fare".

Alle 17,20 Sinisa chiude il discorso con un "Vi voglio bene" che spezza il cuore e che è il segnale che si può cominciare a inanellare i primi giri di campo. Seduto a bordo campo, mentre segue la sgambata, l’allenatore pretenderà poi di indossare la maglia di allenamento dello staff; appartenenza. A Pinzolo non salirà (ma con Sinisa mai dire mai), il suo percorso di cure continua. In serata la moglie Arianna lo abbraccia con un post su Instagram, affettuoso e sibillino: "Sei l’immagine della passione per il lavoro e per il calcio... Altro che le puttanate che raccontano altri Fighter".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro