Medel, l’instancabile leader dei due mondi

Capitano della Nazionale cilena alle prese con le qualificazioni iridate, sbarca oggi a Casteldebole: il Bologna non può fare a meno di lui

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di Marcello Giordano

Ha disfatto le valigie. E per fortuna. Il destino di Gary Medel è stato a lungo in bilico in estate, dopo una stagione condizionata da malumori e problemi fisici. Il Pitbull cileno è tornato in auge dopo il ko di Coppa Italia: è a lui che Sinisa Mihajlovic e il Bologna hanno chiesto aiuto per trovare la quadratura di un cerchio sballato, dopo un periodo di punzecchiature: "E’ un giocatore importante, ma se ha la testa giusta", aveva dichiarato il tecnico, che sul finire della scorsa stagione aveva fatto intuire come il giocatore desse la sensazione di avere la mente più rivolta alla nazionale cilena.

La frattura pareva insanabile, a maggior ragione dopo gli addii degli altri senatori: da Costa a Poli, da Palacio a Danilo. Medel è stato a un passo dall’Elche. Poi il ritorno sulla scelta, con la consapevolezza che in questa stagione avrebbe trovato posto in pianta stabile in quel ruolo da difensore che si sente cucito addosso, dopo che in questa posizione ha vinto due Copa America con il Cile diventandone capitano. L’inversione di tendenza è netta: nello scorso campionato, Medel ha collezionato 12 presenze e 607 minuti con il Bologna, con uno strappo al polpaccio accusato a Benevento, a inizio stagione e diverse ricadute e guai muscolari. Quest’anno è già a quota 8 tra campionato e Coppa Italia.

E i minuti sono 667: già 60 in più dello scorso campionato. Si aggiungano le cinque presenze (su sei partite) da novanta minuti in nazionale ed è assolutamente evidente come il Medel del presente sia un altro giocatore. Fisicamente, certo, ma soprattutto per presenza a livello mentale. E’ lui il leader del Bologna, Medel è diventato fondamentale e insostituibile: ancor di più con il passaggio alla difesa a tre e l’infortunio di Bonifazi. Medel rientra solo oggi in città.

A Udine Mihajlovic dovrà chiedergli un nuovo sforzo, nonostante gli impegni con il Cile e il viaggio intercontinentale. Con il passaggio al nuovo sistema di gioco e l’infortunio di Bonifazi, restano i soli Soumaoro, Medel e Theate, come centrali di ruolo. C’è Binks, certo, ma è un giovanissimo alla prima esperienza in Italia. Al più, in caso di necessità di rotazioni, si potrebbero adattare Mbaye o Del Silvestri.

Ma la coperta è corta. A Medel spetta il compito di allungarla. E’ lui l’uomo che ha offerto nuovi equilibri alla fase difensiva del Bologna, quella dalla quale serve uno scatto in avanti perché uno scatto in avanti, sul piano della classifica e dei risultati, lo abbia l’intero Bologna. Sono stati 65 i gol subiti nella passata stagione. In quella attuale i rossoblù sono già a quota 14 in 7 gare di campionato e diventano 19 considerando la Coppa Italia. Tanti, ma sono tre pure le gare portate a termine senza reti al passivo e solo Napoli, Roma e Milan sono riusciti a fare altrettanto. A Udine, Medel e il Bologna proveranno ad allungare la striscia e per sfatare il tabù Udinese.

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