Pajola: "E’ per mia nonna lassù Da qui non mi voglio muovere"

"Ancora non mi rendo conto di quello che abbiamo fatto. Il risultato è il coronamento di un anno di lavoro"

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Capitan Futuro è a torso nudo. Ha la faccia del bambino che ha appena messo le dita dentro il vasetto della marmellata. Sa di averla combinata grossa Alessandro Pajola, perché è stato uno dei protagonisti di una Virtus da favola, capace di chiudere i playoff con una striscia di dieci vittorie consecutive.

Certe cose le ottieni solo se dentro ha qualcosa, se hai una spinta per continuare a crescere.

"Sono confuso – racconta Pajola –, ancora non mi rendo conto di quello che abbiamo fatto. E’ fantastico. Fantastico".

Si alza un coro per lui, Pajola sgrana gli occhi, quasi incredulo. E’ felice. E’ un ragazzo cresciuto a pane e canestro. Mon dimentica il passato, la famiglia.

"Dedicato alla nonna che non c’è più. Ma che so che mi sta guardando da lassù".

Pajola, la linea verde, ma pure quella azzurra perché con quella grinta è destinato a entrare nella storia. Appare un predestinato, quasi come un certo Roberto Brunamonti, che qua, nella Città dei Canestri, ha fatto la storia, vincendo tutto quello che c’era da vincere.

"Il futuro? E chi si muove – sorride ancora il buon Pajola –. C’è questo risultato che è il coronamento di un grande lavoro. Diventare un simbolo di questa Virtus? Perché no. Per me sarebbe un sogno".

a. gal.

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