Paris: "Bologna, a Torino te la puoi giocare"

"Battere la Juventus in questo momento non è impossibile. Come accadde a noi 42 anni fa: firmai il rigore della vittoria in volata"

Adelmo Paris e l'allenatore Gigi Radice

Adelmo Paris e l'allenatore Gigi Radice

di Massimo Vitali

"Contro questa Juve il Bologna se la può giocare. Anche perché oggi vincere sul campo della Juve non è più quasi impossibile come lo era ai miei tempi".

I tempi di Adelmo Paris, al di là delle sue indimenticabili dieci stagioni in rossoblù a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, sono racchiusi in una data: Torino, 5 ottobre 1980, Juve-Bologna 0-1, con quel rigore trasformato in faccia a Zoff che fece felice una città intera e nella fattispecie il Bologna di Gigi Radice, partito col fardello dei 5 punti di penalizzazione.

Paris, mercoledì saranno 42 anni esatti.

"Ma per me è sempre bello ricordarlo".

In effetti un rigore a favore in casa Juve, specie allora, è da segnare sul calendario.

"Il fallo di Osti su Eneas all’82’ era troppo netto perché Mattei potesse sorvolare. Già l’arbitro aveva chiuso un occhio prima per una spinta in area sullo stesso Eneas: due volte sarebbe stato troppo".

Alla quinta giornata fu lo squillo che annunciava un grande Bologna.

"Quella fu una grande annata (settimo posto che sarebbe stato quinto senza il -5, ndr) e quella vittoria per noi fu importantissima sul piano psicologico, perché riuscimmo a togliere il ‘meno’ dai punti in classifica: da meno uno a più uno. Fu come mettere la testa fuori dall’acqua".

Anche il Bologna quest’anno è ancora con la testa sott’acqua.

"Ha appena cambiato allenatore e di solito la scossa all’inizio c’è sempre, nonostante con l’Empoli sia andata male. Del resto il Mihajlovic degli ultimi tempi mi sembrava molto provato dalla malattia: peccato, perché all’inizio aveva fatto cose eccezionali. Sono sicuro che staccare per un po’ la spina lo aiuterà nella sua battaglia, perché allenare è sempre un grande stress, oggi come quarant’anni fa".

A proposito di squadre in apnea: la Juve di Allegri.

"Allegri adesso lo maltrattano tutti, perché in Italia è un attimo passare dall’esaltazione alla contestazione. La verità è che la Juve, a differenza di quanto aveva sempre saputo fare in passato, non ha portato avanti avanti un ricambio generazionale graduale".

Pochi giocatori oggi sono da Juve?

"Io una squadra la giudico dalla spina dorsale: portiere, difensore centrale, regista e centravanti. Adesso là davanti è arrivato Vlahovic: ma il resto? Bonucci è ancora bravissimo quando deve impostare, ma è un po’ sul viale del tramonto".

Oggi se la vedrà con Arnautovic.

"Arnautovic mi ricorda Ibrahimovic".

Detto da lei che ha avuto la fortuna di giocare accanto a Savoldi...

"Beppegol era eccezionale anche nei dettagli. Arrivava prima degli altri e spesso restava dopo la fine dell’allenamento per migliorarsi. Professionista come ne ho visti pochi".

Thiago invece come lo vede?

"Come calciatore mi piaceva tantissimo, perché ha portato tanto all’Inter del Triplete. Da allenatore ha appena cominciato e lo scorso anno ha fatto benissimo allo Spezia".

Come giudica invece il Bologna di Saputo, che da sette anni si salva senza mai andare oltre?

"Con la ripartizione dei soldi delle televisioni che c’è oggi in Italia scalare posizioni è quasi impossibile. E avere un presidente che ti tiene sempre in A senza grandi problemi è già un successo".

Il Bologna per lei che cos’è quarant’anni dopo?

"L’amicizia che ancora mi lega ai ragazzi di allora. Dossena di recente è venuto a giocare a golf a Verbania, Colomba, che era il mio storico compagno di stanza in ritiro, lo sento spesso".

Juve-Bologna, allora.

"Ogni risultato è possibile. Penso alla Salernitana, che allo Stadium ha sfiorato il colpaccio".

E del Var che cosa pensa?

"Che dovrebbe accorciare i tempi delle decisioni. Fermarsi così a lungo nel cuore di una partita toglie adrenalina".

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