Sef-’Padre Marella’, stoccate di solidarietà

La sezione scherma bianconera dona 500 euro. Il vice presidente Scisciolo: "Vogliamo offrire opportunità a chi è meno fortunato"

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di Alessandro Gallo

Cinquecento euro, tanto per cominciare. Poi una serie di progetti per offrire a chi è meno fortunato la possibilità di tirare di scherma, in modo gratuito. La Virtus Scherma, in occasione del 151° compleanno della casa madre, ha annunciato il rapporto di partnership con l’Opera Padre Marella.

Virtus e Opm lo fanno in un luogo suggestivo e particolarmente caro ai bolognesi, l’angolo dove sedeva Padre Marella, all’incrocio tra le vie Orefici e Drapperie.

A dicembre, proprio la sezione bianconera della scherma virtussina, aveva organizzato "Scia… Bologna", la rivincita di Tokyo 2020 tra Luigi Samele e l’ungherese Aaron Szilagyi. Qualche centinaio gli spettatori presenti al PalaDozza: così la Virtus ha deciso di destinare parte del ricavato all’opera Padre Marella.

"Ci rivedremo giovedì – racconta Marcello Scisciolo, vice presidente della sezione scherma e direttore sportivo –. Vogliamo entrare nel sociale, dare una mano a chi è meno fortunato. Per questo motivo sappiamo che l’Opera Padre Marella ospita tanti profughi. Abbiamo pensato di offrire loro la possibilità di tirare di scherma, attraverso corsi e materiale che, per loro, saranno assolutamente gratuiti. Ma, seguendo le indicazioni dell’associazione, vogliamo lavorare nei quartieri più disagiati. Dare vita a un programma pluriennale che consenta a tanti ragazzi, magari a chi non ne ha le possibilità, di approcciarsi con la scherma".

Insieme con Marcello Scisciolo, all’angolo Padre Marella, ci sono anche il presidente dell’Opera Padre Marella, Michele Montani e il numero uno della Virtus Scherma, Giuseppe Sermasi. Con loro anche il presidente della Sef, Cesare Mattei.

"Credo si tratti di una bella iniziativa – aggiunge proprio Mattei – e mi fa piacere che venga celebrata nel giorno in cui, formalmente, come Sef, festeggiamo il compleanno numero 151. Purtroppo la pandemia non ci ha consentito di chiudere il 2021 come avremmo voluto. Avremmo voluto una festa, in presenza, per ricordare la funzione della Sef e salutare e ringraziare in qualche modo la città. Abbiamo deciso di posticipare il tutto. A questo punto è inutile fare programmi o mettere qualcosa in calendario già adesso. Quel che è certo è che festeggeremo ancora la Virtus, quando il virus ci permetterà di essere in presenza, magari senza mascherine e senza paura".

Una festa all’aperto, per ricordare una storia che parte da lontano e che, dal quel 17 gennaio 1871, è strettamente collegata con la vita della città. Una festa bianconera, con i campioni di oggi e del passato – e le sezioni coinvolte sono davvero tante – per ripartire di slancio con quei progetti e quelle idee che fanno della Sef Virtus uno dei fiori all’occhiello dell’attività sportiva delle Due Torri.

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