Virtus, ultima chance per provare a ripartire

La V nera è l’unico club che vorrebbe riprendere il campionato, le altre hanno lasciato liberi i giocatori

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La Virtus è uno dei pochi club di serie A, per non dire l’unico, che vorrebbe provare a riprendere il campionato a tutti i costi.

Nei giorni scorsi l’amministratore delegato Luca Baraldi ha dichiarato anche la sua disponibilità a tornare in campo a porte chiuse, anche se questa sarebbe davvero l’ultima ratio.

Questa posizione probabilmente distingue la Virtus da tutte le altre società, ma resta il fatto che la commissione della Lega che doveva proporre una nuova formula per ripartire ad oggi non ha partorito nulla, anche perché due delle tre componenti, Milano e Brescia, sono realtà territoriali tra le più colpite dall’epidemia di Coronavirus e per loro è davvero difficile pensare di poter tornare a giocare anche una sola partita prima della fine di giugno.

La prima a non credere più che si possa tornare in campo è la federbasket anche se giustamente il suo presidente Gianni Petrucci vuole agire in sintonia con le altre istituzioni prima di prendere la decisione di annullare il campionato.

Salvo altri rinvii questa mattina il numero uno della Fip avrà un colloquio con il ministro dello sport Vincenzo Spadafora e poi relazionerà a Umberto Gandini, il nuovo presidente della LegaBasket, l’esito di questo confronto. I due si prenderanno un paio di giorni prima di prendere una decisione di carattere definitivo. Con il governo che ha prorogato al 13 Aprile le disposizioni per contrastare la diffusione del Coronavirus non sembra, però, esserci neppure uno spiraglio per andare in una direzione diversa da quella della conclusione anticipata senza assegnazione dello scudetto e senza retrocessione.

Spetta alla V nera provare a fare un’altra proposta, dopo quella che prevedere l’estensione del campionato a luglio e ad agosto, che convinca tutti e salvi capra e cavoli. Non sarà facile perché ci sono società hanno già lasciato tornare a casa i loro giocatori stranieri arrivando anche a transare i contratti. Certo è che ancora una volta il mondo del basket ha dato l’idea di non avere tanta voglia di risolvere insieme i problemi, ma ognuno è andato per i fatti suoi.

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