Vlahovic-Chiesa, i gol del sollievo: volo Juve

Dusan si sblocca su rigore dopo un mese, Fede entra e mette il sigillo. Ma per Allegri la Signora ha sofferto troppo con un uomo in più

FRIBURGO

0

JUVENTUS

2

Primo tempo: 0-1

FRIBURGO (3-4-3): Flekken; Kubler, Ginter, Gulde; Sildillia, Eggestein, Hofler, Gunter (29’ st Weisshaupt); Doan (17’ st Sallai), Gregoritsch (29’ st Petersen), Holer (17’ st Grifo). Allenatore: Streich.

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo; Cuadrado (39’ st De Sciglio), Fagioli, Locatelli (39’ st Barrenechea), Rabiot, Kostic (25’ st Iling-Junior); Kean (46’ st Soulè), Vlahovic (25’ st Chiesa). Allenatore: Allegri

Arbitro: Gozubuyuk (Ned)

Reti: 45’ pt rig. Vlahovic, 50’ st Chiesa. Note: espulso Gulde al 44’ pt (d.amm.). Ammoniti Vlahovic, Iling-Junior, Sallai, Streich.

di Paolo Grilli

La Foresta Nera resta ai margini, la Juve a Friburgo accende un altro led nella sua stagione più incerta e pazza e si prende i quarti di Europa League. E’ la serata degli uomini d’area. Szczesny scaccia i fantasmi con due interventi spaziali, Vlahovic torna a segno dopo oltre un mese: il fatto che il rigore calciato malamente da Dusan decida comunque il match, potrebbe voler dire molto per il futuro prossimo del bomber perduto e della Signora. E poi c’è Chiesa, entrato nel finale per il sigillo, che non fa mancare con la sua voglia di spaccare il mondo. E’ già dimenticata quella smorfia, tenendosi il ginocchio, aveva fatto tremare tutto il mondo bianconero all’andata.

Signora inizialmente spigliata, in un match dalle mille insidie. Più bloccati i tedeschi di Brisgovia, terzi in Bundesliga spinti dai 35mila tifosi che riempiono l’ennesimo stadio-gioiellino alla teutonica. Ma qualche grattacapo non manca, come il colpo di testa di Ginter neutralizzato da ’Tek’. Poi arriva pure un gol su azione di Vlahovic, ma il Var coglie il fuorigioco. Il serbo è un magnum di spumante agitato e stappato dopo la rete, fa una capriola che dice tutto. Ma l’annullamento della rete assume le sembianze della solita, recente maledizione dell’attaccante.

Prima dell’intervallo il guizzo di Gatti che porta al penalty decisivo con tanto di rosso a Gulde. Dopo l’1-0 per la Juve all’andata, tutto sembra in discesa, ma non è proprio così. La squadra si abbassa, si fa quasi rinunciataria nonostante l’uomo in più.

Troppa la sofferenza, con il corto muso a rappresentare più un’insidia che una risorsa. Quanto è mancato Di Maria – ancora acciaccato e rimasto in panchina – con le sue invenzioni “à la carte“ in grado di risolvere e rassenerare. Anche perché il centrocampo, ieri, non è stato al livello delle ultime prestazioni. Allegri urla e si agita, il copione non è stato ben interpretato. Contro l’Inter, domenica, qualcosa dovrà cambiare.

Ma il compito è stato portato a termine, la Juve entra nelle prime otto della competizione e nella fase in cui tutto può davvero succedere. E un nuovo orizzonte di speranza si apre in maniera più definita anche extra campo. Il 19 aprile, alle 14.30: è questa l’ora della verità sulla penalizzazione di quindici punti per il caso plusvalenze. Per quella data infatti è stata fissata la seduta del Collegio di garanzia del Coni che discuterà il ricorso del club contro la sentenza della corte di appello Figc.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro