Papa Francesco a Bologna, cos'è il Liber Paradisus

Il pontefice ha ricevuto in dono una riproduzione della prima pagina dell'atto

Il sindaco Merola consegna della pergamena a Bergoglio

Il sindaco Merola consegna della pergamena a Bergoglio

Bologna, 1 ottobre 2017 - Papa Francesco ha ricevuto in dono dal sindaco di Bologna Virginio Merola una riproduzione stampata su carta pergamena della prima pagina del "Liber Paradisus", libro che il pontefice stesso ha peraltro citato nel proprio discorso ai migranti dell'hub di via Mattei, la prima tappa della sua giornata in visita alla città. Ma di cosa tratta, esattamente, questo documento?

L'atto del "Liber Paradisus" nasce a seguito della battaglia di Fossalta, nel 1249, quando le signorie (guelfe) del contado bolognese vennero decimate dopo lo scontro contro re Enzo di Svevia (poi catturato e relegato nell'omonimo Palazzo) e i ghibellini di Modena. Ne derivò dunque una riflessione etica ed economica sui servi, fino ad allora proprietà dei signori. Così, otto anni dopo, il Podestà e il Capitano del popolo annunciarono la liberazione di circa 6mila servi, appartenenti a 400 signori della città. Essi furono riscattati con un pagamento da parte del tesoro comunale. 

Con l'atto del "Liber Paradisus", uno dei principali atti liberatori servili medievali, Bologna fu la prima città ad approvare un atto che aboliva la servitú. Il libro è ora conservato all'Archivio di Stato in piazza dei Celestini a Bologna. E' consultabile online qui

La riproduzione donata al pontefice porta sul retro della cornice una dedica del sindaco Merola: "Santo Padre, proprio 760 anni fa Bologna promulgò questo decreto: un messaggio di uguaglianza universale sul quale ancora oggi si fonda lo spirito di convivenza della nostra comunità. Con il Liber Paradisus, il 3 giugno 1257, il Comune di Bologna sancì la liberazione degli schiavi: 5.855 persone furono affrancate, a loro fu restituita la dignità che è propria di ogni essere umano. Ho il privilegio oggi di donarLe questa riproduzione della prima pagina di quel decreto, intendiamo così sottolineare il valore e il grande significato che Bologna tutta attribuisce a questa Sua visita. Soprattutto vorremmo esprimerLe il sentimento di riconoscenza per essere tra noi e la gioia di averLa potuta accogliere. Questo piccolo dono rappresenta il nostro modo di vivere e di essere: una città aperta, solidale, crocevia del mondo e del sapere".