’Alfonsina e la strada’, la ciclista ribelle

L’autrice Simona Baldelli racconta le sfide della protagonista del suo romanzo, prima e unica donna a partecipare al giro d’Italia del 1924

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di Elide Giordani

Potrà un libro risarcire Alfonsina Strada dell’oblio a cui l’ha colpevolmente relegata la storia dello sport? La scrittrice Simona Baldelli (foto) ci prova, e ci riesce con l’accuratezza e la profondità di cui ha dato prova nelle sue numerose pubblicazioni. ’Alfonsina e la strada’, di cui l’autrice (domani alle 17,30 in Malatestiana) converserà con il giornalista Simone Arminio, è una storia appassionante che racconta di una donna fuori dal comune, prima ed unica a partecipare al Giro d’Italia di ciclismo. Correva l’anno 1924 e l’atmosfera era quella dell’ascesa del fascismo e delle ’massaie rurali’.

Simona Baldelli, Alfonsina ha dovuto tradire la femminilità data la sfida con soli uomini a cui ha caparbiamente scelto di partecipare?

"Questa, forse, è solo una nostra proiezione. Credo che prima di tutto Alfonsina fosse una persona che cercava una sua felicità, e lei era felice sulla bicicletta. Non credo che volesse sfidare gli uomini, casomai il governo fascista che aveva eliminato tutte le gare femminili".

Come ha fatto a riempire di quotidianità e pensieri intimi una storia lontana di cui si conoscono solo le tracce più evidenti?

"E’ il lavoro dello scrittore che, diversamente dal biografo, deve raccontare non solo cosa, ma anche come e perché. Attingo dal lavoro di immedesimazione che mi ha lasciato la mia esperienza in teatro. Ho avuto la fortuna di incontrare parenti di Alfonsina che mi hanno chiesto come ho fatto a farla parlare davvero come parlava lei…".

Anche lei è un’appassionata dello sport, come mezzo per elevare il genere umano oltre ai propri limiti, cos’altro l’ha affascinata di Alfonsina?

"La sua lotta contro i limiti. Era nata poverissima, senza alcun strumento culturale in un posto che si chiamava Fossamarcia, e già questo sarebbe stato difficile per un uomo, figuriamoci per una donna che ha rivoluzionato la sua vita. Ha imparato le lingue, ha girato per l’Europa esibendosi nel circo pedalando su dei rulli a velocità sostenuta ed è diventata una persona illimitata".

Perché Alfonsina fu dimenticata da un mondo, quello dello sport, che ama celebrare i propri miti?

"Per dire una banalità direi che è successo perché era una donna. E siccome altri motivi non ne trovo direi che la ragione può essere solo quella. Non era stata per la sua epoca un esempio da proporre, portava le donne sulla cattiva strada. Aveva un embrione di rivoluzione dentro di sé".