PAOLO MORELLI
Cronaca

Alluvioni, mancano le ’casse’. Per le cave autorizzazioni prorogate

A Cà Bianchi l’escavazione di ghiaia è terminata, alla Palazzina l’attività di scavo sta continuando

La cava Palazzina si trova nella zona di San Carlo-San Vittore

La cava Palazzina si trova nella zona di San Carlo-San Vittore

Questa volta è toccata alle regioni del Nord-Overs, ma le piogge copiose di questi giorni hanno innalzato il livello dei fiumi anche in Romagna allarmando chi vive nelle zone vicine al Savio e ha subito le alluvioni degli ultimi anni. La quinta tracimazione dell’anno della Diga di Ridracoli (un record) indica che la quantità d’acqua caduta dalle nostre parti negli ultimi mesi è decisamente abbondante. Più problematica la situazione idrogeologica poiché il terreno è imbevuto d’acqua e le frane si muovono con facilità.

Nel 2023 si parlò molto del piano per realizzare alcune casse di espansione a fianco del tracciato del fiume Savio in modo da mitigare l’effetto delle piene più pericolose. Dall’alluvione del 16-17 maggio 2023 sono già passati quasi due anni, ma la situazione delle casse di espansione non ha fatto progressi: quella di Borello, ‘Il Molino’, che si trova alla confluenza del torrente Borello nel fiume Savio, era già a posto nel 2023, ma ha funzionato male poiché ha accolto l’acqua quando ormai era stato allagato l’adiacente centro sportivo. Per quel che sappiano non sono state apportate migliorie.

Nel Piano delle attività estrattive del Comune di Cesena del 2016 le cave di sabbia e ghiaia che avrebbero dovuto essere trasformate in casse di espansione a costo zero alla fine dello sfruttamento erano sei, ma per problemi di varia natura tre non sono mai partite; secondo il geologo Riccardo Galassi ne servirebbero di più e più grandi. Oltre all’area ‘Il Molino’ di Borello (300.000 metri cubi di capienza) sono tuttora in funzione la ‘Palazzina’ in zona San Carlo - San Vittore (600.000 metri cubi) e ‘Cà Bianchi’ in corrispondenza di Borgo Paglia (650.000 metri cubi). Dopo alcuni passaggi di mano, entrambe sono controllate dalla società a responsabilità limitata ICR (Impianti Cave Romagna) che fa capo alla CBR (Cooperativa Braccianti Riminese).

Le cave avrebbero già dovuto essere trasformate in casse di espansione, ma a causa dell’andamento del mercato delle costruzioni e altre condizioni hanno ottenuto proroghe. Va detto che in questo settore la normativa è assai complicata, discende dal Regio Decreto di Vittorio Emanuele III del 1927. Comunque ormai ci siamo: come riferito dal direttore dei lavori delle cave di ICR, a Cà Bianchi l’attività estrattiva è già stata completata e la proroga dell’autorizzazione scade ad agosto 2025. Va detto, però, che nel 2023 la forza dell’acqua del Savio, che corre a fianco, sfondò l’argine che li separava e ancora non è stato ripristinato (dovrebbe provvedere la Regione), per cui nella cava c’è molta acqua, probabilmente circa metà della capienza totale, per cui il lavoro di trasformazione in cassa di espansione non si annuncia agevole. Inoltre l’area di Cà Bianchi dovrebbe diventare un’oasi naturalistica di pregio, come si vede nel pannello esposto all’ingresso.

Nella cava Palazzina, invece, l’attività estrattiva è ancora in corso dopo una dozzina d’anni dall’inizio (l’inaugurazione avvenne nel 2013), la proroga dell’autorizzazione attuale scade a novembre 2025.

Va detto che per le attività di prelievo di sabbia e ghiaia, i titolari delle autorizzazioni versano al Comune un canone annuo proporzionale al materiale prelevato (Legambiente lo definisce estremamente basso in confronto ai guadagni). Il Comune di Cesena ha percepito per la cava Cà Bianchi 36.940 euro nel 2022, 28.381 euro nel 2023 e 37.224 euro nel 2024.