Coronavirus Cesena, Andrea Turchi guarito "Ho condiviso la malattia con la mia famiglia"

Il commercialista, ora completamente guarito, racconta la sua odissea: "Contagiato a una riunione, eravamo in 7 e ci siamo infettati in 5"

Andrea Turchi con moglie e figlia

Andrea Turchi con moglie e figlia

Cesena 3 aprile 2020 - "È incredibile la facilità e la velocità con la quale questo virus si sta diffondendo. Io e la mia famiglia l’abbiamo provato sulla nostra pelle. Ora ne siamo usciti senza danni, ma bisogna fare un’estrema attenzione. È per questo che abbiamo deciso di raccontare la nostra vicenda, perché tutti sappiano il rischio che ognuno sta correndo". Chi parla è Andrea Turchi, 54 anni, affermato commercialista cesenate impegnato anche nel sociale (è segretario-tesoriere della sezione cesenate di Italia Nostra), da pochi giorni uscito dal tunnel dell’infezione da Covid-19.

Sicuro di essere guarito? "Sì, martedì scorso l’Ausl mi ha comunicato l’esito negativo del secondo tampone, dopo la negatività del primo. La stessa cosa per mia moglie Paola e mia figlia Elisa, che hanno avuto sintomi meno rilevanti di me, pur essendo state contagiate. Questo virus si comporta come un gentiluomo, solitamente rispetta le donne...".

Com’è cominciata? "Con una riunione di lavoro della durata di un’ora circa tenuta mercoledì 4 marzo nell’azienda di un mio cliente: eravamo sette, uno è ancora in terapia intensiva, un altro è stato ricoverato ed è stato dimesso due giorni fa, tre siamo stati curati a casa, due soli sono rimasti indenni dal contagio del Coronavirus. A nostra volta tutti noi malati abbiamo infettato parenti e amici, nel mio caso moglie e figlia per quel che ne so".

Quando si è accorto di essere malato? "Nella serata di domenica, dopo quattro giorni di vita assolutamente normale con un allenamento per l’apnea agonistica in piscina, una cena fra amici e lunghe passeggiate".

Come se ne è accorto? "Domenica sera sentivo che qualcosa non andava e mi sono provato la febbre: 38,5º! Stessa cosa anche per moglie e figlia. Lunedì mia moglie si è attaccata al telefono ed è riuscita a fare in modo che personale dell’Ausl venisse a casa a farci il tampone: positivo per tutte e tre!".

Come siete andati avanti? "Moglie e figlia hanno avuto la febbre per tre-quattro giorni e hanno perso il gusto. Io ho continuato a sentire i sapori, ma la febbre mi ha tormentato per nove giorni, soprattutto di notte".

Come è stato curato? "Soprattutto Tachipirina per abbassare la febbre, poi antibiotici, aerosol e un olio essenziale antivirale. Devo ringraziare il dottor Faberi, medico di famiglia, e gli amici medici Mario Calò, Giampiero Pasini e Matteo Turci che mi sono stati molto vicini. Ho cercato di seguire i loro consigli camminando a lungo in casa, bevendo molta acqua e spremute di agrumi".

È stato seguito dall’Ausl? "Sì. Abbiamoa vuto un’assistenza molto buona, anche dal punto di vista psicologico. Il personale dell’Ausl Romagna ci telefonava ogni giorno per sincerarsi delle nostre condizioni di salute. E’ stato un aiuto prezioso in un momento psicologico difficile" .

Siete ancora in quarantena? "No, essendo risultati negativi al tampone ci consideriamo guariti, per cui abbiamo ripreso una vita normale, pur con le limitazioni in atto. Da un paio di giorni ho ripreso il lavoro in studio. Anche durante la malattia abbiamo potuto fare una normale vita familiare poiché eravamo malati tutti e tre. È stata una cosa positiva".

Ha pensato qualche volta di non farcela? "No, non mi sono fatto prendere dallo sconforto. Però ero molto preoccupato perché un giorno la febbre sembrava quasi scomparsa e il giorno dopo tornava più alta di prima, e perché nessuno poteva dirmi quale sarebbe stata l’evoluzione precisa della malattia".