"Attacchi di panico in aula, causati dall’isolamento"

La preside dell’Agrario e Geometri: "I ragazzi hanno problemi relazionali. Agiamo con gli psicologi. Il ritorno alla didattica a distanza sarebbe un disastro"

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di Andrea Alessandrini

"Il ritorno alla didattica digitale integrale con la sospensione delle lezioni in presenza sarebbe un passo indietro non solo nel percorso di apprendimento, ma anche per la struttura emotiva e psicologica dei nostri studenti, che al rientro sui banchi abbiamo ritrovato in situazioni precarie meritevoli di un intervento di accompagnamento".

Lo sostiene Luciana Cino (foto), dirigente dell’istituto Garibaldi-Da Vinci, scuola che già da vari anni ha accorpato due istituti in precedenza autonomi, Agrario e Geometri. "Abbiamo notato in questo primo mese di scuola un fenomeno inedito, almeno nei nostri istituti tecnici: diversi attacchi di panico – afferma la dirigente –, determinati non da difficoltà scolastiche, ma da questioni relazionali all’interno della classe. L’impressione è che durante il lockdown certi nostri studenti si siano disabituati alla relazioni di gruppo al punto di fare fatica a reinserirsi nella classe con un approccio disinvolto e proattivo".

Certi studenti, continua la preside, faticano ad essere comunicativi e hanno perfino il timore di parlare in pubblico rivolti ai loro compagni". Comportamento strano perché "in generale gli attacchi di panico in classe sono ascrivibili per lo più all’ansia di prestazione, oppure causati dalla eccessiva ingerenza dei genitori sul profitto scolastico", e invece "la sofferenza emersa in questo primo mese non nasce dal carico di studio ma dalle problematiche relazionali e dalla chiusura in sé stessi".

Dunque: "come comunità scolastica dobbiamo favorire il recupero delle relazioni, fondamentali per la crescita dei nostri allievi. Stiamo utilizzando lo psicologo di classe, che lavora quindi sulle relazioni di gruppo,e che può essere di grande aiuto, in accompagnamento al lavoro quotidiano degli insegnanti educatori e facilitatori delle relazioni". "In questo senso – aggiunge la dirigente Cino – un eventuale ritorno alla didattica a distanza generalizzata alle superiori, dopo la ripresa della vita scolastica potrebbe nuocere alla tenuta emotiva già messa alla prova degli adolescenti e alla loro serenità".

E se la chiusura fosse causata dai rischi per i trasporti affollati "sarebbe ancora più incomprensibile" attacca la dirigente –, giacché invece di risolvere il problema alla radice si penalizzerebbe l’istruzione dei nostri ragazzi".

"Il primo è stato un mese impegnativo e complesso, ma le cose stanno procedendo abbastanza bene – chiude Cino –: all’Agrario e al Geometri tutte le classi sono in presenza a scuola e per ora non ci sono stati casi di contagio e studenti in quarantena. Questo accompagnamento speciale ai nostri ragazzi in difficoltà deve proseguire con interventi extradidattici che li aiutino ad espellere ansie e paure, per questo stiamo ragionando su progetti di arte-terapia e teatro-terapia".