"Aumento giusto", ma qualcuno si sfila

Sindaci favorevoli all’incremento dell’indennità, ma Cangini (Sarsina) non lo applica. Molari (Montiano): "Non si passi dal poco al troppo"

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di Andrea Alessandrini

Scatta l’aumento di di stipendio - il termine tecnico è indennità – per sindaci e assessori comunali, scaturito dalla determina 592 del 7 marzo, che regola la "rideterminazione delle indennità di funzione del sindaco, del vicesindaco, degli assessori e del presidente del consiglio comunale". Lo stabilisce la legge finanziaria e gli aumenti sono proporzionali al numero dei residenti. L’indennità dei sindaci di capoluogo va parametrata a quella dei presidenti di Regione, che attualmente è di 13.800 euro mensili lordi. La crescita sarà proporzionale: +45% quest’anno, +68% nel 2023 fino ad arrivare a regime nel 2024.

"Il rialzo sarà scaglionato da oggi al 2024 e interamente rimborsato dallo Stato – informa il sindaco di cesena Enzo Lattuca –: avremmo potuto anche andare a regime subito ma attingendo ai fondi del bilancio comunale, ipotesi che non abbiamo neppure preso in considerazione. La mia indennità al netto, nel 2021, ammonta a 2.480 euro mensili. Nel 2022 salirà a 3.100 euro: non ho fatto i calcoli sull’indennità definitiva a regime dal 22024, con i successivi incrementi". L’indennità prevede dodici mensilità e non è comprensiva di contributi previdenziali.

Dai 97mila residenti di Cesena, il comune più popoloso scendiamo ai 1.700 di Montiano. Il sindaco veterano è Fabio Molari cdi cui tutto si può dire, ma non che si sia arricchito in questi anni.

"Per un sacco di tempo ho percepito una indennità netta di trecento euro netti – precisa - che si aggiungeva allo stipendio da insegnante . Ora che non lavoro più con l’incremento, salgo a 1.400 euro netto. Giusto alzare gli emolumenti? Io ho esperienza in un piccolo comune e so che il lavoro è molto e le responsabilità gravose. Credo che l’indennità adesso sia più dignitosa e rappresentativa del lavoro che facciamo, ma io sono uno che vuole guadagnarsi fino all’ultimo centesimo i soldi che prendei dando ai concittadini i servizi migliori che possiamo. Prima si era pagati troppo poco, ma non sarebbe giusto esserlo troppo. La politica, per me, non è fatta per professionisti, ma volontari che non guardano a quanto guadagnano". Enrico Salvi, sindaco di Verghereto, ha un territorio esteso ma sotto i 1900 abitanti.

"Un aumento dell indennità era scattato per i piccoli comuni montani tre anni fa – spiega il Salvi –: la mia nel 2021 era di 840 euro netti, quest’anno con l’aumento andrà sui mille e gli anni figuri salirà a 1.100. Quando divenni sindaco la prima volta nei primi anni Novanta prendevo 420mila lire al mese. Sono sempre stato abituato a pochi soldi, ma ho un altro lavoro e non mi è mai interessato. Ma l’aumento è giusto: ridà dignità al nostro importante lavoro che ha molte responsabilità".

"In linea di principio - afferma il sindaco di Sarsina Filippo Cangini – sono favorevole agli aumenti specie per piccoli comuni, nondimeno vista la difficile situazione di bilancio e l’incertezza legata al caro energia, abbiamo ritenuto di non applicare gli aumenti nel 2022. La mia indennità è di 1300 euro netti".

FdI provinciale li ha giudicati "incompatibilli con la crisi economica e sanitaria". "Gli adeguamenti sono giusti - afferma Antonella Celletti, consigliere comunale della Lega – l’importante è che gli amministratori lavorino bene e rendano conto di positivi risultati".