"Bronchiolite, l’emergenza è rientrata"

Dieci i bimbi in terapia intensiva quest’anno al Bufalini. Il primario Stella: "Sommata al Covid ci ha costretti a riorganizzare la Pediatria"

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di Elide Giordani

Nel secondo anno del Covid anche la bronchiolite si è riaffacciata minacciosa. "È una malattia molto contagiosa – spiega Marcello Stella, primario del reparto di Pediatria del Bufalini –, che colpisce i bimbi da pochi mesi a due anni ed ha un andamento ciclico biennale. L’anno scorso le misure di distanziamento hanno influito anche sui casi di bronchiolite che, però, tra ottobre e gennaio, sono riesplosi con il loro bagaglio di tosse e difficoltà respiratorie".

Sono stati fino a 10, di cui alcuni in terapia intensiva, i bimbi affetti da bronchiolite ricoverati al Bufalini, altrettanti ce ne sono stati a Forlì, Ravenna e Rimini. "Oggi però – rassicura il dottor Stella –, l’emergenza è rientrata e l’attività del reparto mostra l’andamento annuale consueto ossia una o due camerette dedicate alle patologie respiratorie. Abbiamo potuto così riprendere le normali attività, programmate e d’urgenza, recuperando le liste d’attesa ingrossate dall’emergenza covid. Ricordiamo che al Bufalini abbiamo eccellenze come la maxillofacciale, l’otorino e la dermatologia per le quali vengono portati qui anche bambini di altri territori". "Naturalmente, sia per il Covid che per la bronchiolite - evidenzia - anche il nostro reparto ha dovuto riorganizzarsi. I bimbi infettati dalla bronchiolite e dal Covid hanno dovuto essere posti in isolamento, e poiché i contagi ci sono stati anche tra il personale, la riorganizzazione non è stata semplice, ora però torniamo alla gestione ordinaria".

Allarme cessato dunque, ma l’epidemia ha suscitato timori tant’è che il consigliere regionale Fdi Marco Lisei ha interpellato l’assessorato regionale alla Sanità. E l’assessore Raffaele Donini ha colto l’occasione per fare il punto sulla risposta da parte delle Aziende sanitarie alla doppia emergenza bronchiolite e covid. "Le aziende - dice - grazie a misure di riorganizzazione interna e di coordinamento tra i servizi hanno potuto fronteggiare il momentaneo incremento dei casi". Che tipo di riorganizzazione è stata necessaria? "Hanno adottato protocolli comuni e condivisi - elenca l’assessaore Donini - isolando correttamente i piccoli pazienti, hanno riorganizzato i posti letto e ridistribuito le figure professionali, incrementato la dotazione dei dispositivi elettromedicali, come ventilatori meccanici a pressione positiva, e impiegato, come previsto dai protocolli, immunuglobuline specifiche per i neonati prematuri".

La riorganizzazione non è stata smantellata, è ancora funzionale per fronteggiare la coda della bronchiolite, ma soprattutto per gestire l’esigenza di posti letto per il covid pediatrico che, dice l’assessore Donini, "come risulta da una nostra recente indagine, trova ampia risposta nei nostri servizi per presa in carico e cura".