"C’è bisogno: sono pronto a fare il parroco"

L’indiano don Jude Kondapassery guiderà la chiesa di San Mauro in Valle. "Promosso dal vescovo, dopo otto mesi da aiutante a Sarsina"

Migration

di Andrea Alessandrini

Dalla concattedrale di Sarsina, dove è collaboratore pastorale (andrebbero fatti dei distinguo, ma grosso modo la qualifica è l’equivalente del vecchio cappellano aiutante del parroco), don Jude Kondapassery (nella foto), 38 anni, nato in India, è stato promosso dal vescovo Regattieri: scenderà a Cesena a guidare la parrocchia di San Mauro in Valle. Altri preti nati all’estero sono ’amministratori parrocchiali’, ad esempio a San Domenico don Firmin Ademon nato in Benin: una qualifica che non gode della maggiore stabilità propria del parroco.

Don Jude, quando è diventato sacerdote e da quanto tempo è in Italia?

"Sono nato in India, provengodalla diocesi di Alleppey in Kerala e sono stato ordinato sacerdote, la mia seconda nascita, il 27 aprile 2011. Dal 2013 fino al 2019 ho completato gli studi a Roma laureandomi in teologia della missione. Poi, poco prima che arrivasse la pandemia, sono tornato in India e nel settembre dell’anno scorso ho scoperto la vostra meravigliosa terra. Il vescovo Douglas mi ha chiesto di prendere servizio come collaboratore pastorale alla Concattedrale di Sarsina, affiancando il parroco don Renato Serra. Coadiuvo anche il sacerdote esorcista don Gabriele Foschi".

Come si trova con i fedeli di Sarsina e delle frazioni?

"In questi mesi si è creato un bel rapporto. Di indole il calore umano mi coinvolge. Ho trovato accoglienza e mai diffidenza. Anche nell piccoli borghi come Sorbano dove vado a dire messa i parrocchiani hanno piacere di avere una presenza di fede e di conforto durante questo lungo periodo della pandemia.".

Al santuario sono tornati i pellegrini, dopo la riapertura?

"Sì, la devozione popolare è molto forte. Anche io metto il collare, mi sono documentato sugli esorcismi".

Domenica 23 maggio, solennità di Pentecoste, si avvierà il nuovo servizio parrocchiale a San Mauro in Valle. Preoccupato di prendere in capo la responsabilità di gestire una parrocchia?

"È la prima volta, i residenti sono 1.650. Dovrò impratichirmi presto, ma il Signore mi aiuterà. Non avendo ancora la cittadinanza italiana, legale rappresentante dell’ente parrocchia è stato nominato monsignor Ernesto Giorgi, vicario episcopale per l’Economia. Ma questo ai parrocchiani interessa poco: io sarò il loro sacerdote, mi chiameranno parroco, anche se io non sono incardinato in diocesi e potrei tornare da dove provengo, nella mia diocesi indiana".

Le manca la sua India?

"È nel mio cuore, là ho genitori e fratelli. Ora è tutto chiuso per il Covid, la situazione è critica. Li sento spesso, prego per loro. Ma qui mi circonda l’affetto dei parrocchiani e sono aiutato dal vescovo e dai sacerdoti. Ora mi sento pronto a fare la guida e iniziare la nuova esperienza".