PAOLO MORELLI
Cronaca

L’azienda edile Aldini travolta da una valanga di debiti

Fallimento dichiarato dal Tribunale di Forlì

Guido Aldini

Cesena, 15 marzo 2016 - IL TRIBUNALE di Forlì ha dichiarato fallita l’impresa edile ‘Aldini Guido & C sas’, che fino a pochi anni fa era tra le più dinamiche a livello provinciale con una sessantina di dipendenti.

A travolgere l’azienda, ora affidata al commercialista forlivese Giovanni Dell’Eva come curatore fallimentare, è stata una valanga di debiti con i fornitori e gli istituti di credito che è difficile quantificare: il 19 maggio ci sarà l’udienza davanti al giudice fallimentare per la determinazione dello stato passivo. Fino a quella data i creditori potranno presentare le loro ragioni al tribunale chiedendo di essere ammessi alla ripartizione delle risorse che la procedura fallimentare riuscirà a mettere insieme.

Si tratta, comunque, di tempi molto lunghi; intanto nei cantieri aperti (una decina) l’attività, che era ripresa poche settimane fa con la formula dell’affitto d’azienda dopo un lungo stop, dovrebbe proseguire. Il cantiere più importante è quello del Comparto 5 di Forlimpopoli, in fase avanzata di realizzazione.

LE VICENDE societarie della ditta Aldini nell’ultimo anno e mezzo sono state particolarmente travagliate: a fine 2014, non riuscendo più a sostenere la pressione dei creditori a fronte di mancati pagamenti e dell’impossibilità di cedere immobili di proprietà a causa della crisi immobiliare, Guido Aldini chiese l’ammissione al ‘concordato in bianco’ affidandosi all’avvocato Luigi Balestra di Bologna e a tre commercialisti, Enrico Brunazzi e Aldo Ferretti di Cesena e Antonella Danesi di Forlì.

Si tratta di una procedura che consente di congelare i debiti per qualche tempo e di proseguire l’attività d’impresa, con l’impegno a presentare un piano complessivo nel giro di pochi mesi. Il piano avrebbe dovuto essere presentato all’inizio dello scorso mese di novembre, ma pochissimi giorni prima della scadenza Guido Aldini revocò il mandato ai consulenti, rinunciò alla procedura di concordato a fronte di un accordo con un’azienda lombarda che avrebbe dovuto rilanciare l’attività e saldare i debiti.

LA PROSPETTIVA, però, non si è realizzata ed è andata avanti la procedura fallimentare a seguito di alcune istanze presentate dai creditori. La scorsa settimana è arrivata la sentenza che ha messo la parola fine alla storia di un’impresa che nel 2014 aveva tagliato il traguardo del quarto di secolo di vita, andando controcorrente rispetto alle altre imprese della zona: dopo il 2008, in piena crisi del settore edilizio, aveva continuato a lavorare a pieno regime con una sessantina di dipendenti, aggiudicandosi molti appalti grazie a un’aggressiva politica dei prezzi e a una particolare attenzione alla qualità.