Gallerie, che fatica: alcune tutte piene altre sono non-luoghi

Reportage, ecco le voci di chi ci lavora

Lucia Brighi del Divino Cafè nella Galleria Urtoller

Lucia Brighi del Divino Cafè nella Galleria Urtoller

Cesena, 10 ottobre 2017 - C’è solo un piccione, che zampetta indisturbato in mezzo alle saracinesche abbassate di Galleria Oir, a pochi metri di distanza dalle palizzate del cantiere di piazza della Libertà. Di esseri umani interessati a eventuali acquisti invece nemmeno l’ombra. Di fronte alle reiterate grida di aiuto di una fetta della città, il Comune sta pensando a un sistema di incentivi per ridare vita alla zona e i primi timidi segnali positivi sembrano comparire: «Dopo mesi di scetticissimo – commenta Marilena Cecchini, dell’omonima agenzia immobiliare – l’interesse pare rifiorire. Lo dimostrano le diverse visite che sto effettuando». Da dove nasce il nuovo interesse? Probabilmente tra i vari fattori c’è il fatto che investendo ora, i margini di crescita sono certamente ampi.

«E’ vero – aggiunge Cecchini – ma non è tutto. Per esempio noto che la nuova pavimentazione, in parte già visibile, sta ottenendo riscontri favorevoli. E’ luminosa e di qualità, un mix che potrebbe effettivamente dare nuovo appeal a questa zona. Non sono particolari da poco per chi si prepara a investire su un’attività commerciale».  Il discorso è completamente diverso nell’attigua galleria Oir, in perenne attesa di un rilancio: «A noi – conclude Cecchini – di richieste non ne arrivano. Per animare una zona serve il passaggio delle persone e le persone passeggiano volentieri in mezzo alle vetrine illuminate».

Cosa succede nelle altre gallerie cittadine? In Galleria Isei i principali punti deboli sono la scarsa luminosità e la posizione più defilata rispetto al cuore del centro storico. Eppure gli spazi sono tutti occupati: il supermercato che anni fa aveva tentato di attecchire puntando alla clientela dei residenti è stato sostituito dai laboratori dell’Enaip, che si aggiungono agli ambulatori di un centro di fisioterapia, a una parrucchiera e a un’enoteca. Non è una via dedicata allo shopping, ma in zona il movimento è costante. Galleria Almerici invece sembra essersi messa alle spalle i tempi più duri grazie a un paio di aperture che potrebbe ridare impulso alla frequentazione: da una parte la catena Doppelanger, dall’altra il locale Acqua Santa: «Il lato positivo di questo spazi è la possibilità allestire sedie e tavolini all’esterno in una zona più protetta dal freddo – il commento è del cuoco Giuseppe Cuccione – Come può fare l’amministrazione a dare una mano? I canali sono tanti. Per esempio penso al servizio di bus navetta per il centro storico che termina al calar della sera. Prolungarlo per tutta la notte durante i fine settimana potrebbe incentivare». Sul lato opposto della strada c’è galleria Urtoller, all’interno della quale si affaccia Divino Caffè: «Il movimento c’è – sorride Lucia Brighi - a dimostrazione del fatto che lavorare in galleria non è impossibile. A fare da calamita sono la passione e l’impegno dei commercianti, ma d’altra parte restano nervi scoperti ai quali nessuno pensa mai. La pavimentazione della galleria è inadeguata, così come le reti contro i piccioni».