Diocesi Cesena Sarsina: questue in picchiata. Ma tiene l’otto per mille

Diocesi, dossier sul patrimonio: solo 11mila euro di offerte nell’ultimo bilancio, altro calo col covid. Quasi 2 milioni dalle denunce dei redditi

Chiese Cesena

Chiese Cesena

Cesena, 8 dicembre 2020 - Giù le questue, ma tiene l’otto per mille, la voce economicamente più sostanziosa, anche nella diocesi di Cesena-Sarsina, che ha appena sfornato la fotografia del proprio stato patrimoniale, spinta anche "dal diffuso pregiudizio che la nostra chiesa locale sia ricca e il sospetto (frutto di una sostanziale non conoscenza della realtà) che vi siano chissà quali operazioni scorrette e illecite da nascondere". Ad affermarlo sono monsignor Ernesto Giorgi, vicario episcopale per l’economia, e don Marco Muratori, economo diocesano, gli autori materiali dell’opuscolo aggiornato all’ultimo bilancio consultivo disponibile, quello del 201. Il calo delle questue è un fenomeno cronico accentuato negli ultimi anni e impennatosi ulteriormente nel 2020, a causa del lock down del culto e della diminuzione dei fedeli alla ripresa delle messe con i posti distanziati per la prevenzione dei contagi. Si stima un dimezzamento delle offerte. Nel 2018 sono state pari a neanche 11mila euro, più i 120mila per le questue imperate (le raccolte inoltrate interamente o parzialmente ad altri destinatari, come il Seminario e la Caritas diocesana). Ma le monetine delle questue all’offertorio che si infilano nella borsa di velluto rosso decorata con la croce, sono una parte niente affatto rilevante del bilancio in cui la voce più consistente dei ricavi (pari all’82%) è costituita invece dalla ripartizione dell’otto per mille nazionale pari a quasi un milione e 900mila euro, assegnati per attività caritative, nuovi edifici di culto e pastorale, restauro dei beni culturali iniziative di culto. Quanto al valore degli immobili da reddito, è stimato in circa sette milioni, più 555mila di terreni, frutto di lasciti e donazioni". «Questo patrimonio – spiegano vicario per l’economia ed economo – oltre che per la copertura parziale delle spese di gestione della diocesi, serve per l’avvallo dei mutui che il vescovo accende o autorizza presso le banche per le necessità di finanziamento. Nonostante i tentativi di forze politiche ostili alla chiesa per cambiare o abolire l’8 per mille, indirizzato alla chiesa dall’80% dei firmatari delle denunce dei redditi, il meccanismo ha retto ad ogni avversità". Ed è proprio grazie ai proventi all’8 per mille si possono realizzare interventi, per citare gli ultimi programmati, come la ristrutturazione della canonica di Santo Stefano, la manutenzione straordinaria del Suffragio, il restauro della chiesa di Luzzena, la costruzione delle opere parrocchiale a Budrio di Longiano.