Tre marocchini in carcere per caporalato e utilizzo mano d’opera clandestina

Fornivano lavoratori anche a due aziende di Forlì e a una di Cesena. Indagati due titolari di aziende agricole (non di grosse dimensioni) della zona. I lavoratori pagati pochissimo e vivevano in condizioni disumane

Anche la Guardia di Finanza è entrata nell’operazione investigativa che risale all’agosto 2017.

Anche la Guardia di Finanza è entrata nell’operazione investigativa che risale all’agosto 2017.

Cesena 22 settembre 2018 – Tre marocchini (regolari sul territorio italiano) di 31, 33 e 34 anni abitanti nel Veronese sono stati arrestati e in carcere con l’accusa di caporalato e utilizzo di mano d’opera clandestina. Due titolari di aziende agricole, un cesenate e un ravennate (le aziende erano due a Forlì e una a Cesena), sono stati indagati. L’operazione è stata effettuata dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Forlì che hanno hanno arrestato i tre che già avevano precedenti specifici. Anche in questa occasione sono accusati di aver reclutato ed impiegato manodopera in condizioni di sfruttamento presso imprese agricole della provincia di Forlì-Cesena, Ravenna e Verona. Le indagini sono state avviate in seguito a segnalazioni della Guardia di Finanza in base a ispezioni dell’Ispettorato del lavoro nell’agosto 2017. L’operazione è stata complessa: sopralluoghi, pedinamenti, intercettazioni telefoniche. Intenso lavoro anche per l’Ispettorato del Lavoro e l’Inail di Forlì. Le tre persone arrestate gestivano, anche tramite soggetti prestanome diverse società cooperative nel Veronese con cui avevano reclutato decine di lavoratori da destinare ad imprese agricole operanti soprattutto nel settore dell’allevamento dei polli. Le condizioni a cui i lavoratori erano obbligati a soggiacere erano fortemente degradanti. Vi erano compensi orari compresi tra i 3 e i 6 euro, l’orario giornaliero poteva raggiungere le 14 ore di lavoro consecutivo, talvolta senza neanche fornire cibo ed acqua. Gli infortuni e le malattia comportava rimproveri e penalizzazioni per il lavoratore. Disagiate anche le condizioni abitative, sovraffollamento ed assenza di adeguati servizi igienici. Ai lavoratori era detratto, dal proprio compenso, un canone mensile sproporzionato. Nei confronti di sei società sono stati infine notificati gli avvisi di garanzia in ordine alla responsabilità dell’impresa nella commissione del reato contestato da parte dei suoi rappresentanti.