Cesena, finto funerale di Forza Nuova. Arcigay e Comune contro Ottaviani

L'associazione e l'Amministrazione si costituiscono parte civile nel processo per la cerimonia inscenata da Forza Nuova in occasione della prima unione omosessuale

Il 'funerale' inscenato da Forza Nuova (Foto Ravaglia)

Il 'funerale' inscenato da Forza Nuova (Foto Ravaglia)

Cesena, 26 maggio 2018 - È iniziato ieri in tribunale a Forlì il processo che vede imputato Mirco Ottaviani, 31 anni, abitante a Verucchio (in provincia di Rimini), leader di Forza Nuova, che il 25 settembre 2016 organizzò il ‘funerale d’Italia’ in occasione del primo matrimonio gay a Cesena. Ottaviani è accusato di violazione della Legge Mancino che punisce chi inneggia all’ideologia nazifascista o incita alla discriminazione per motivi religiosi, razziali, etnici o nazionali.

Le prime due udienze del processo erano andate a vuoto: la prima per una notifica sbagliata, la seconda per un problema di salute deI giudice onorario, Nicolò Marcello. Ieri c’è stato l’avvio reale del processo e il giudice ha deciso di ammettere la costituzione di parte civile del Comune di Cesena (difeso dall’avvocato Benedetto Ghezzi) e dell’Arcigay di Rimini - Forlì - Cesena nella persona del suo presidente Marco Tonti (difeso dall’avvocato Christian Guidi di Rimini). Sono poi stati ascoltati il funzionario di polizia che condusse le indagini e la parte civile, Marco Tonti.

L’Arcigay Rimini-Forlì-Cesena ha diffuso un comunicato sottolineando che "per la prima volta un tribunale rinvia a giudizio per omofobia sulla base della legge Mancino, e per la prima volta l’Arcigay è stata ammessa parte civile in questo procedimento insieme al Comune di Cesena. È un fatto unico nella storia italiana e un importante passo avanti nel riconoscimenti dei diritti e della tutela delle persone LGBT (la sigla indica il movimento che raggruppa lesbiche, gay, bisex e transessuali), in un paese come l’Italia che ancora nega qualsiasi protezione specifica e con una legge regionale contro l’omo-transnegatività della quale si discute da anni ma che ancora non ha fatto nemmeno il primo passo. È un momento storico nella lotta delle persone LGBT italiane per la tutela della propria dignità e serenità e un segno che lo Stato si pone dalla parte delle persone discriminate".

Il 19 febbraio del prossimo anno ci sarà la seconda udienza con la testimonianza di alcune persone indicate dalla parte civile.