Giacca di pelle e stola per il prete motociclista

Don Filippo Cappelli ha benedetto i centauri che hanno preso parte a un’escursione a Budrio

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di Luca Ravaglia

"Passatemi il giubbotto di pelle, che sta bene anche con la stola!". Don Filippo Cappelli è in piedi, davanti all’ingresso della ‘sua’ chiesa di Budrio e ride. Ride con una risata solare, che non può non essere contagiosa. Ride, perché fa quello che ama fare: servire Dio, cavalcando la moto. Ieri il sacerdote cesenate ha organizzato quello che è ormai diventato un appuntamento fisso nel suo calendario liturgico: un’escursione di motociclisti lungo le strade delle colline cesenati, con rientro in parrocchia, benedizione a tutti i partecipanti (e ai loro caschi e veicoli), grande pranzo insieme all’aperto e messa finale. Perché con don Filippo non è quesitone di essere ‘preti moderni’ o di strizzare l’occhio ad accattivanti forme di richiamo di fedeli, ma di lasciar parlare il cuore, l’entusiasmo e l’amore per la vita di un sacerdote che ascolta musica, guarda film, ritrova tardissimo il telefono dopo essere stato a una festa coi parrocchiani e apparecchia una domenica d’altri tempi, come quando tutta una comunità si dava appuntamento all’ombra del campanile, a parlare di fede, ma anche a fortificare legami di amicizia vera e profonda.

"Amo le moto da sempre – sorride don Filippo che aspetta il gruppo sul sagrato, controllando la preparazione della paella e la cottura della piadina insieme alle parrocchiane che si affaccendano ai fornelli – in particolare le Harley. Quella che ho parcheggiato in canonica è stata l’ultimo regalo di mio babbo, che se ne è andato qualche anno fa col sorriso che appartiene solo a un genitore sereno nel vedere suo figlio felice. Era un carabiniere a cavallo, ma mi aveva sempre detto che non mi vedeva adatto a stare in sella ai quadrupedi, così ha deviato su un altro settore…".

I motoraduni sono orami una tradizione: "Ho iniziato a Sant’Egidio – racconta – e come prima cosa mi ero ‘specializzato’ sulle Harley, con particolare riferimento a un gruppo di Ravenna. La scintilla scattò in fretta e probabilmente ad accenderla fu lo stupore dei motociclisti che vedevano un prete andare in cerca di pezzi di ricambio… Poi abbiamo progressivamente allargato il gruppo, a tutte le moto e a tutti coloro che vogliono partecipare: non è quesitone di confini parrocchiali, ma di voglia di unirsi al nostro gruppo: il motoclub ‘Duc in Altum’ affiliato al ‘Paolo Tordi’".

Perché se San Pietro ha le chiavi del Paradiso, nel logo del motoclub di don Filippo si intersecano quelle di due moto. Ieri all’evento hanno partecipato quasi duecento persone, in un clima che più che raccontarlo bisognava viverlo. A ogni benedizione un abbraccio e un sorriso, di quelli marchio di fabbrica di don Filippo. "Faccio parte della pastorale della strada in Vaticano e cerco di alimentare un progetto che sta crescendo anno dopo anno. Con un obiettivo nel cuore: organizzare un motoraduno da qui a Roma, per andare tutti insieme dal papa".