Il ’Marcovaldo’ di Calvino fa riflettere i ragazzi

Gli studenti dibattono sulle differenze tra vita in campagna e città, e la prima sembra vincere di gran lunga sulla seconda

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Qualche giorno fa la Prof. Carghini ci ha parlato e letto di ’Marcovaldo’, il protagonista di una serie di racconti di Italo Calvino, che è costretto a vivere e a lavorare in città. Per Marcovaldo la vita in campagna permette di seguire il ciclo delle stagioni, di amare la natura, di evitare il traffico e la frenesia dell’ambiente urbano; per questo egli pensa che sia meglio vivere in campagna anziché in città. Rispetto a quest’affermazione, la nostra prof ha aperto un confronto di opinioni. Eccole! Kristian ha dato inizio al dibattito dicendo che preferisce vivere in campagna, perché, per lui, vuol dire respirare aria fresca, mangiare ciò che coltivi da solo, vuol dire godere appieno la libertà, essere ogni giorno in contatto con la natura, vivere con il vento fra i capelli; in campagna le persone sono più semplici, più ’genuine’, più disponibili, si conoscono tutte e il più delle volte sono pronte ad aiutarti; invece, la maggior parte delle persone che vive in città non conosce il vicino che abita sopra l’appartamento. In città, ha continuato, sentirebbe ’freddo in tutti i sensi’: la vita è più frenetica, più distaccata nel rapporto umano; infatti, la chiamano ’la giungla di pietra’ e ognuno pensa per sé. In campagna quasi tutti hanno un giardino, mentre in città non c’è molto verde, perché le case e i negozi sono tutti attaccati. Di certo, non si possono negare le comodità della città,come hanno spiegato anche Ludovica e Andrea di II A-: ci sono i grandi negozi di abbigliamento e di generi alimentari, il cinema, il bowling, i ristoranti, i pub, i bar, le sale giochi, gli ospedali, gli studi medici privati, i centri estetici, i musei, i teatri, le biblioteche, le scuole, le università, grazie alle quali si può far avverare i propri sogni(diventando un ingegnere spaziale o un chirurgo precisissimo), ma Kristian sceglierebbe comunque la campagna, in quanto per lui è sinonimo di libertà. Ritornando alle scuole, Roberto è del parere che in campagna gli amici sono più fedeli e accoglienti: secondo lui, nelle scuole di città, invece, ci sono dei ’gruppi’ chiusi, che stanno tra loro, senza dare spazio ai nuovi arrivati. Andrea è dell’avviso di Marcovaldo e di Kristian ... adora svegliarsi al mattino con il cinguettio dei fringuelli e degli usignoli (impallidisce solo all’idea del rumore delle macchine e dei loro clacson!), con l’odore degli alberi in fiore che diffondono tutt’intorno quel non so che di dolcezza-, con la brezza mattutina, poter osservare la fauna, come i caprioli e i cerbiatti, chebrucano tranquillamente i teneri caspi d’erba . Ludovica e Andrea adorano respirare aria pulita e non inquinata dai numerosi veicoli o dalle grandi canne fumarie delle fabbriche. Anche Emily, compagna di classe di Ludovica è della stessa opinione; infatti è intervenuta così: "La campagna è meravigliosa! Anche se non ha tutto quello che offre la città! Infatti Sogliano è bello, perché è circondato dalla natura, che ogni giorno regala dei bellissimi paesaggi, soprattutto al tramonto, che dipinge il cielo di diverse sfumature, lasciandoti a bocca aperta. La sua campagna è piena di alberi di ogni tipo, con foglie di forma diversa e fiori colorati, è di animali di tante specie, di frutta e verdura per ogni stagione dell’anno". E ha concluso riconoscendo che, "anche se la campagna non è perfetta, ha sempre i suoi lati positivi, che la fanno preferire alla città". Anche per Linda la campagna è molto meglio della città; da sempre sogna di vivere in una casetta isolata dal mondo e dalle preoccupazioni: così la vita sarebbe più facile. Poi, ha proseguito con queste parole: "La campagna è un luogo magico in cui si può essere liberi di fare ciò che si vuole (sempre nel rispetto della natura). C’è aria pulita, ci sono animali, fiori e posti meravigliosi. Vivere in campagna è una scelta di vita. Si deve essere consapevoli del fatto che non ci sono tutti i comfort della città, per esempio, per uscire con gli amici ci si dovrà sempre spostare con la macchina e, molto probabilmente, il posto di lavoro sarà distante. Tuttavia, anche la città è piena di difetti: lo smog è il primo, per esempio!". A questo punto è intervenuto Zaccaria, che ha ricordato ai compagni quanto letto, proprio sul Carlino, nell’autunno scorso: "In diverse città del Nord Europa (Copenaghen, Amsterdam etc..) i mezzi di trasporto a motore sono pressochè inutilizzati e quasi tutti vanno in giro con la bicicletta"; poi, però, a sostegno del tranquillo vivere in campagna, ha concluso dicendo che la città è pericolosa per l’esistenza di gang giovanili e di organizzazioni criminali tristemente note. Tutti noi abbiamo riconosciuto che si legge di frequente di rapine e di furti nelle case, fatti che in campagna accadono raramente. Roberto ha preso la parola per far ragionare sul fatto che, forse, le organizzazioni criminali preferiscono pianificare le loro azioni ’nell’ombra’, quindi, nella campagna; ma Zaccaria ed Emanuele hanno confutato il suo pensiero, sostenendo che spesso le persone, che vivono in campagna, muoiono di vecchiaia, di morte naturale; invece, in città, per rapina e per lesioni dovute ad aggressioni oppure per malattie provocate dall’inquinamento. Emanuele ha riferito quanto sente dire dai suoi genitori ossia che vivere in città è più costoso; poi, però, ha fatto notare che dalla città partono tanti mezzi di trasporto, e inoltre ci sono più posti di lavoro. Comunque, noi scegliamo di vivere in campagna, diversamente da Marcovaldo, che, suo malgrado, deve lavorare e vivere in città, pur riconoscendo i non pochi ’pro’ della vita urbana.

Andrea Broccoli, Ludovica Garelli, Kristian Giuliani, Zaccaria Hassis, Roberto Pareo, Emanuele Piccirillo, Emily Punzo, Linda Sberlati