Il punto è: come siamo arrivati fin qui?

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Simone

Arminio

Tra chicane sì o chicane no, a me viene da rispondere con un un "Bah!". Il che non è una non-risposta, ma testimonia invece tutta la noia per essere davvero arrivati a porci questa domanda. Dico: ci caschiamo ogni volta e siamo dei maghi in questo. Ci fasciamo sempre la testa prima di rompercela. Meglio: la fasciamo preventivamente perché sappiamo, siamo certi, che senza bendaggi, con il nostro modo spericolato di affrontare le cose, saremmo tranquillamente in grado di rompercela. L’Italia più di altri è il Paese delle soluzoini preventive, aprioristiche, e una volta tanto non è un problema di burocrazia ma di persone. Quella chicane è un obbrobrio, conviene dirlo subito. C’era una strada dritta e sufficientemente ampia per passarci comodi. Dovevamo bearcene, godercela. Invece siamo al punto di autoinfliggerci curve e sensi unici alternati, come se fossimo ormai assuefatti anche in città a situazioni tipo la famigerata E45. È la classica storia della pezza peggiore del buco, e in questo caso il buco neanche c’è.

Ma bisogna pure dire che, senza toppa, e questo è certo, il buco sarebbe arrivato matematicamente. Perché è vero: in via Roversano si correva. E l’unico modo per evitarlo è stato imporre agli automobilisti un problema di viabilità inventato, un intoppo, per farli concentrare su quello e vietare loro di premere il piede sull’acceleratore.

Il mio dramma, dunque, è che credo abbia ragione chi dice che quella chicane è una soluzione assurda, e al contempo sono perfettamente in linea con chi pensa che su via Roversano davvero nulla al di là della chicane o di una pattuglia in pianta stabile avrebbe impedito a un congruo numero di automobilisti della domenica di andare come dei matti, soprattutto di notte. Ci vorrebbe a monte più educazione alla sicurezza, concordo con Vandelli qui di fianco. E ci vorrebbe anche più sale in zucca. Perché questa storia è il teatrino dell’assurdo. È come autoindurci il diabete per convincere poi noi stessi a darci finalmente una regolata coi dolci. Siamo mitici. Ci meritiamo tutto.