Kennedy, tornano le auto dopo dieci mesi di lavori

Era chiuso aprile, il cantiere sarebbe dovuto finire entro la fine dell’estate. I ritardi causati dall’aumento delle materie prime. Stamattina l’inaugurazione

Migration

di Luca Ravaglia

Si riapre, finalmente. Stamattinai alle 10.30 il sindaco Enzo Lattuca e l’assessore ai lavori pubblici Christian Castorri raggiungeranno il viadotto Kennedy che tornerà ad essere percorribile al traffico. Il restyling dello strategico asse di collegamento tra il centro città e il quartiere Vigne era stato chiuso a metà aprile dello scorso anno e dunque torna ad essere accessibile dopo dieci mesi di lavori, il doppio rispetto alla tabella di marcia inizialmente stilata da palazzo Albornoz e che prevedeva il via libera in tempo per la riapertura delle scuole dopo l’estate.

Dieci mesi al posto di cinque non è una differenza da poco, parola di chi da quella strada era abituato a transitare ogni giorno e che in questo lasso di tempo ha dovuto fare i conti coi disagi legati agli incolonnamenti sulle direttrici alternative. Che, nella fasce di punta, sottraevano almeno un quarto d’ora – venti minuti per tratta. Se il confronto deve essere fatto con una grande città, ovviamente parliamo di poco, ma i cesenati vivono a Cesena e utilizzando il metro di paragone di casa nostra, il conto da pagare è stato alto, soprattutto quando nell’agenda di mamme e papà in entrata o in uscita dal lavoro, era inclusa anche la tappa davanti a una scuola.

L’Amministrazione questi mesi ha ritarato la tabella di marcia tante – troppe – volte, ed è stata questa la sua principale pecca, quella di non riuscire a dare tempi certi a chi invece ha la legittima necessità di organizzare le proprie giornate.

La motivazione principale del Comune ha riguardato disagi legati all’aumento dei costi e alla difficile reperibilità delle materie prime, a partire da quelle necessarie alla realizzazione delle travi che sono state collocate a sostegno del viadotto. Il problema è planetario e tuttora attualissimo: su questo non si discute. Ma proprio per questo, ad aprile il quadro verso il quale si stava andando incontro era già ampiamente delineato e dunque sarebbe stato più opportuno tenerne conto fin da subito.

Resta il fatto che l’intervento in quanto tale era sia imprescindibile che inderogabile: la struttura del viadotto doveva essere messa in sicurezza a prescindere dai tempi necessari per l’intervento, ma le recriminazioni dei cittadini più volte riprese anche dal Carlino in questi mesi, che chiedevano chiarezza e impegno ad accelerare l’opera, sono sempre state più che legittime.

Proprio sull’aspetto legato ai tempi e ai costi di realizzazione del viadotto Kennedy, ieri era intervenuta anche la Lega, in una nota firmata dal consigliere comunale Enrico Sirotti Gaudenzi.