"La nipote per soldi avrebbe fatto tutto"

Ieri udienza di appello dell’omicidio Benini. I legali dei parenti accusano la donna già condannata a 24 anni. Oggi è attesa la sentenza

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di Giacomo Mascellani

E’ durata nove ore ieri, fino a circa le 19, la prima udienza del processo, presso la Corte di assise di appello del tribunale di Bologna, nei confronti di Paola Benini la 58enne condannata lo scorso anno a 24 anni di reclusione per l’omicidio dello zio Alfredo Benini. Oggi il processo continuerà e dovrebbe arrivare a sentenza.

La donna si è sempre professata innocente riguardo quella terribile aggressione avvenuta esattamente tre anni fa all’interno della casa di via Alfredo Benini in via Santarelli nelle prime campagne di Cesenatico dove il pensionato, all’epoca 87enne, venne picchiato a sangue; morì poi nel maggio dell’anno successivo.

I suoi avvocati difensori Francesco Pisciotti e Roberto Brancaleoni di Rimini hanno presentato un corposo appello di un centinaio di pagine, in cui cercano di smontare la sentenza del processo di primo grado dove i giudici sostanzialmente hanno accolto le richieste della pm Sara Posa, la quale ha seguito il caso sin dal primo giorno in cui è avvenuto il fattaccio, il 15 ottobre 2017, per poi passare successivamente il testimone a un collega. Sempre la difesa tiene a sottolineare il fatto che il decesso di Alfredo Benini sia avvenuto sette mesi dopo l’aggressione, il 13 maggio 2018, quindi dopo molto tempo dal fatto contestato.

Ricordiamo che la pm Sara Posa affidò le indagini ai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Forlì-Cesena e del Nucleo operativo della Compagnia di Cesenatico che raccolsero elementi e prove determinanti per arrivare a condannare la nipote dell’anziano con una sentenza di primo grado emessa il 14 giugno 2019. Paola Benini ieri era presente in tribunale a Bologna assieme ai suoi due legali ed all’avvocato Flora Mattiello non nelle vesti di legale incaricato.

Sugli altri banchi invece gli avvocati Simona Arrigoni e Raffaele Pacifico di Cesena i quali tutelano i sei parenti di Alfredo Benini che si sono costituiti parte civile e hanno presentato due atti sotto forma di memoria da una cinquantina di pagine ciascuno, in cui ripercorrono i passaggi essenziali e la storia, con tutto ciò che ha condotto all’aggressione, riportando anche i fatti antecedenti al 15 ottobre 2017, le prove raccolte e i comportamenti tenuti da Paola Benini successivi al reato. Qui viene evidenziato il movente economico della brutale aggressione e l’avidità dell’imputata, che avrebbe caratterizzato ogni sua mossa per diversi anni, sino ad arrivare al giorno dell’aggressione.

Le sei persone costituite parte civile sono Mario, Anna e Pietro Benini, fratelli di Alfredo , e i nipoti Andrea Benini con la moglie Jessica Bocchini e Germana Crosara residente a Torino. Nella mattina di ieri hanno parlato la relatrice della Corte di assise di appello, Luisa Del Bianco, e il procuratore generale Claudio Santangelo (il presidente della Corte è Orazio Pescatore).

A seguire ci sono stati gli intervenuti degli avvocati delle parti civili Arrigoni e Pacifico. Nel pomeriggio sono invece intervenuti i legali dell’imputata Pisciotti e Brancaleoni. Questi ultimi non hanno concluso e stamattina riprenderanno la discussione nella seconda udienza dell’appello convocata a partire dalle 9; poi seguiranno le repliche degli avvocati di parte civile, a seguire la Corte di assise di appello si ritirerà e molto probabilmente si arriverà a sentenza oggi stesso.