"La soluzione? Vaccini e norme anti-contagio"

Francesco Marinelli, segretario generale Cisl: "Il virus non si prende a lavoro, ma una volta ammalatisi è impossibile trovare dei sostituti in tempo utile"

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di Annamaria Senni

Francesco Marinelli, segretario generale Cisl Romagna, qual è l’impatto sulle aziende cesenati delle numerose assenze dei lavoratori dovute al Covid?

"Con la crescita dei contagi c’è stata nelle ultime settimane una grande sofferenza delle aziende, che in alcuni casi sono andate in difficoltà perché sono venuti a mancare tanti lavoratori che hanno contratto il Covid o che sono sottoposti a quarantena. Questa situazione ha pesato molto di più sulle aziende piccole, come quelle artigiane dove ci sono pochi lavoratori, e la mancanza di uno o due dipendenti ha messo in crisi il lavoro stesso. Sulle grandi aziende il problema ha pesato sicuramente meno, ma ci sono state ugualmente situazioni difficili da dover gestire".

Le aziende come si erano preparate ad affrontare l’emergenza?

"Da una parte ci si aspettava l’aumento dei contagi dopo la diffusione della variante Omicron, ma era difficile correre ai ripari. Sostituire le assenze dei lavoratori è quasi impossibile perché la situazione dei contagi è molto variabile e imprevedibile, si presentano di giorno in giorno e non sono programmabili. Le imprese stanno facendo i salti mortali pur di continuare a mandare avanti la produzione, e negli ultimi due mesi è stata dura mantenere dei ritmi costanti".

Come bisogna muoversi per salvaguardare la salute dei lavoratori da un lato e l’attività produttiva dall’altro?

"Continuando a mantenere sicuri i luoghi di lavoro. Sui posti di lavoro continuano ad essere garantite tutte le misure volte a prevenire il contagio e procedono i protocolli che abbiamo messo in campo dall’inizio dell’emergenza sanitaria e anche questo è un elemento di garanzia per i lavoratori oltre a una condizione essenziale per garantire le attività di imprese. La diffusione dei contagi avviene nella maggior parte dei casi in ambito familiare e non in azienda. In questo momento non bisogna comunque abbassare la guardia".

Vi sono settori che hanno sofferto più di altri?

"Abbiamo settori più in difficoltà come i trasporti, la scuola, il settore sanitario che sono stati messi a dura prova per la mancanza di personale altamente specializzato che non si può sostituire".

Finita l’emergenza da Coronavirus, da dove bisognerà ripartire?

"Superato, anche grazie ai vaccini, questo tempo sospeso in cui ci troviamo a vivere, potremmo concentrarci sulle altre sfide".

Vecchie conoscenze?

"La pandemia ha allargato le disuguaglianze economiche e servono aiuti concreti alle famiglie e alle imprese, bisogna far fronte alla nuova emergenza causata dall’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, e affrontare il problema dell’aumentata disoccupazione soprattutto dei giovani e delle donne, i più penalizzati dalla pandemia, oltre che la carenza di figure professionali specializzate".