
di Andrea Alessandrini
Uno spiraglio nel tunnel del lockdown artistico scaturito dall’ennesima chiusura di esposizioni e musei. Nei locali in via Zeffirino Re del negozio Imperabiit – chiuso ai primi di marzo agli albori della pandemia – le titolari Licia e Cinzia Amaduzzi, grazie alla messa a disposizione degli spazi da parte del proprietario, hanno promosso con le associazioni ‘Paola Piraccini’ e ’A piene mani’ una iniziativa che con una fava prende tre piccioni: un po’ di arte, di solidarietà e di luce nel grigiore urbano tendente al ’nero tenebra’.
"Abbiamo voluto ricordare nostra zia Clara Manuzzi – spiegano Licia e Cinzia Amaduzzi -, mancata nel 2005, che si dedicò alla scultura in età matura imparandone l’arte grazie al maestro cesenate Leonardo Lucchi e che realizzò sculture in terracotta per lo più con soggetti femminili, insieme ad alcuni suoi dipinti, opere esposte nell’ambito della‘Bottega Solidarietà’". Si tratta di un negozio temporaneo in cui sono in vendita manufatti artigianali, oggettistica, abiti e accessori vintage preparati da mamme di allievi delle scuole Sacro Cuore e d’infanzia ‘Maria Immacolata’ di Case Finali. Apertura: martedì (9-30-12.30), mercoledì, venerdì e sabato (9.30-12.30, 17-19.30, o anche su appuntamento chiamando lo 348-7801068). Il ricavato sarà devoluto a favore delle opere educative dei due istituti scolastici promotori.
"La ’Bottega della Solidarietà’, aperta sabato – aggiungono le promotrici – mette in mostra e in vendita anche le opere della scultrice e pittrice cesenate Clara Manuzzi, che fu insegnante di applicazione tecniche e si pose sulle orme delle scuole di Leonardo Lucchi e del pittore Salvatore Sireci".
Nacque a Cesena nel 1925 ed è deceduta a 78 anni. Si è cimentata in varie tecniche e ha realizzato sculture di ridotte dimensioni. Partecipò a collettive locali, ma non è mai stata realizzata una mostra interamente dedicata al suo lascito artistico. Ha fatto molto piacere ai promotori della mostra-mercato che abbia fatto capolino alla Bottega della Solidarietà Leonardo Lucchi, che di Clara Manuzzi – pur molto più giovane e artista all’epoca già affermato – fu mentore.
"Si era a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta – rievoca armeggiando le sculture esposte della sua allieva – dice – e si tenevano allora le lezioni della Università degli Adulti, meritoria iniziativa culturale di cui ebbi parte come docente in un ciclo di lezioni pratiche rivolte ad aspiranti provetti scultori. Fu lì che ebbi tra i miei allievi Clara Manuzzi tra quelle che trassero maggior giovamento da quel corso , insieme a Lia Monopoli che ebbe il percorso ipiù lusinghiero. Non possiamo ascrivere la Manuzzi al rango degli scultori cesenati di primopiano, ma le sue opere meritano di uscire dallo scrigno familiare per essere apprezzate in virtù della loro delicatezza. Alcune di esse si ispirano alle mie tecniche, come è consuetudine quando interagiscono maestro e allievo".
Nella foto lo scultore Leonardo Lucchi in visita alla ‘Bottega della Solidarietà’.