Lavoro, la Cgil lancia il referendum: "È un bene comune come l’acqua"

Parte la raccolta firme (anche online) per quattro quesiti su sicurezza, precarietà, retribuzioni e diritti

Lavoro, la Cgil lancia il referendum: "È un bene comune come l’acqua"

Lavoro, la Cgil lancia il referendum: "È un bene comune come l’acqua"

"Se il lavoro è un punto fermo citato nel primo articolo della Costituzione Italiana, c’è un motivo. Il motivo è che il lavoro è un bene comune, esattamente come lo è l’acqua". Il riferimento di Maria Giorgini, segretaria generale della Cgil di Forlì-Cesena, impegnata a entrare nel merito della campagna referendaria che da oggi prenderà il via in tutta Italia, Cesena compresa, non è fatto a caso: negli ultimi anni, l’unica consultazione andata a buon fine nel nostro Paese è stata proprio quella dedicata – anche – all’acqua. "Il punto – ha argomentato Giorgini, intervenuta insieme a Silla Bucci, Alessandro Celli, Emanuela Castagnoli e Andrea Maltoni – è quella di convincere gli italiani, e con loro i cesenati, che la questione lavorativa non è un aspetto che riguarda qualcuno, ma tutti. Solo così si può pensare di vincere sul serio questa battaglia, prima in relazione al numero di firme che intendiamo raccogliere, poi col raggiungimento del quorum referendario".

La campagna partirà oggi, il 25 aprile, ricorrenza apicale nella storia della Repubblica e si ripromette di raggiungere almeno 500.000 firme per ognuna delle quattro proposte di quesito referendario. "I temi sono cruciali – argomenta Cgil – per il presente e per il futuro dei lavoratori. Riguardano per esempio la sicurezza negli appalti, con l’intento di assegnare la responsabilità solidare in caso di infortuni anche alle aziende committenti. In relazione alla precarietà dei contratti intendiamo limitare il loro utilizzo, garantendo allo stesso tempo pari diritti – e retribuzioni – a lavoratori e lavoratrici". A riguardo, Cgil cita un ‘gap di genere’ del 32,5% negli stipendi di uomini e donne. A chiudere il cerchio ci sono poi le richieste di reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento giudicato illegittimo e l’innalzamento delle tutele contro la cessazione dei contratti anche nelle aziende con meno di 15 dipendenti. "La raccolta delle firme deve servire anche a sensibilizzare appieno la popolazione sul tema per fare in modo che tutti si sentano coinvolti e tutti vadano a dire la loro nei seggi. L’interesse è di tutti, non solo delle persone sfruttate e malpagate, perché in un mondo del quale la concorrenza sleale e illegittima proliferano, le aziende virtuose sono sempre più in difficoltà".

Sarà possibile manifestare la propria adesione anche semplicemente con un computer, attraverso le proprie credenziali Spid. Per i dettagli: www.cgil.it/referendum.