Ospedale, in città 100 posti letto persi, ma Cesenatico non cala

Bufalini, il drastico calo su un totale di 550 posti letto disponibili. Ecco i dati della Regione

BUFALINI Una sala del reparto di Ostetricia all’ospedale

BUFALINI Una sala del reparto di Ostetricia all’ospedale

Cesena, 28 febbraio 2018 - Cento posti letto persi in sette anni, su un totale di 550. E’ questo il drastico calo che registra il nostro ospedale Bufalini. I dati arrivano direttamente dalla Regione, su richiesta del consigliere di Forza Italia Galeazzo Bignami. «E Cesena, in regione, è la città che ne perde di più in percentuale», svela il berlusconiano, che in questi giorni per motivi di campagna elettorale sta presentando i dati provincia per provincia. Prima di tutto facciamo parlare i numeri, ecco le cifre dei posti letto per anno: 549 (2010), 508 (2011), 505 (2012), 465 (2013), 467 (2014), 467 (2015), 466 (2016) e infine 456 nel 2017. Un calo drastico registrato soprattutto tra gli anni 2010/2011, dove la scure della spending review si è abbattuta più che in altri momenti, poi tra il 2012 e il 2013, proprio nei mesi prima quel novembre 2013 quando venne votata ufficialmente la nuova Ausl unica romagnola.

Ed è proprio in questo passaggio che Bignami vede qualcosa di significativo: «Prima si riorganizza, diminuendo i posti letto. Poi una volta fatto si costruisce una nuova offerta sanitaria che assorba questa nuova domanda. Esattamente come stanno facendo per il nuovo ospedale». Una strategia, secondo il consigliere, che andrebbe a depauperare la sanità romagnola, tagliando costantemente posti letto. L’assessore alla Sanità Venturi, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo Bufalini, fu molto chiaro: i posti letto diminuiscono perché ce n’è meno bisogno grazie a terapie più rapide, tempi di guarigione migliori e un cambio di mentalità rispetto al ricovero in ospedale.

«E avrebbe ragione – chiosa Bignami – se non fosse smentito da altri due dati: i posti letto sono il parametro numerico con cui si calcola anche il personale. Per tot posti letto servono tot medici e tot infermieri. E quindi se davvero sono mutate le esigenze, allora perché non slegare questi due concetti? E poi c’è il tema dell’iperafflusso al pronto soccorso per cose non straordinarie (picchi d’influenza e caldo torrido): si generano situazioni di tensione e stress dentro le strutture a causa dei pochi posti letto».

Un calo, quindi, che secondo Bignami deriverebbe più da difficoltà nel gestire il bilancio che da scelte strategiche. «E dove un’amministrazione locale si è battuta per mantenere il numero di posti letto, questo è avvenuto: un caso concreto è quello dell’ospedale di Cesenatico, che la giunta guidata da Roberto Buda ha ottimamente difeso». Cesenatico aveva 55 posti letto nel 2010 e nel 2017 ne contava 54.