ANDREA ALESSANDRINI
Cronaca

La città piange la morte di Edo Lelli. Addio all’imprenditore bianconero, fedele per la vita al Cavalluccio

Aveva 91 anni, fu calciatore nel Cesena, nel cda per 30 anni e tra i protagonisti nella cordata della rinascita dopo il fallimento. Fondò l’impresa omonima nell’installazione che arrivò a 500 dipendenti.

La città piange la morte di Edo Lelli. Addio all’imprenditore bianconero, fedele per la vita al Cavalluccio

La città piange la morte di Edo Lelli. Addio all’imprenditore bianconero, fedele per la vita al Cavalluccio

A 91 anni è morto Edo Lelli, noto imprenditore cesenate e persona vicinissima per tutta la vita al Cesena Calcio nel cda e prima come giocatore, ala sinistra nel Cesena nella stagione 1952-1953 (lo stadio era all’Ippodromo), compagno di squadra di Azeglio Vicini, amico per la vita. Dinamico fino all’ultimo: ha appeso gli scarpini al chiodo a 87 anni lasciando un vuoto nelle partitelle con le vecchie glorie del Cesena nel campo adiacente alla chiesa di Santo Stefano. A tennis, l’altra passione, ha giocato anche dopo.

Era ricoverato all’ospedale Bufalini dall’11 aprile, tre giorni dopo la promozione matematica del Cesena in B grazie al successo al Manuzzi sul Pescara. Lascia la moglie Romana, il figlio unico Lorenzo, le nipoti Lucrezia e Vittoria, tanti amici e una scia di eleganza e stile nell’approccio che ne hanno contraddistinto il tratto umano. Esequie funebri domani alle 15.30 in Cattedrale, verrà sepolto a Ruffio nella tomba di famiglia.

Si era avviato all’imprenditoria agli albori dei Sessanta con la ’Edo Lelli’, nel settore dell’installazione elettronica ed elettrica per Sip e Enel, che giunse ad essere un colosso con 500 dipendenti, 250 artigiani e 360 mezzi motorizzati, con cantieri in tutta l’Emilia-Romagna. Fu poi la volta della ’Celbo’ a Pievesestina, affiancato dal figlio Lorenzo che lo rilevò come titolare, nello stampaggio di materiali compositivi per carrozzerie. Fino a prima del ricovero era presente negli uffici amministrativi in corso Cavour.

Il Cavalluccio è stato il grande amore della sua vita, il fondatore Conte Rognoni il suo modello. Entrò nel cda sotto la presidenza di Dino Manuzzi e vi è rimasto per oltre trent’anni sino alla travagliata era Campedelli.

Nel 2018 è stato tra i più coinvolti nell’alimentare la cordata di imprenditori che avviato la rinascita del club ripartendo dalla serie D, dopo il fallimento. Era consigliere onorario del comitato d’onore del Cesena Calcio, titolo assegnato solo a lui e Azeglio Vicini. Socio del Panathlon e socio onorario del Rotary Club, Edo Lelli è stato un personaggio di spicco della vita sociale cittadina, senza esibizionismi. Negli anni ’70 fu anche editore del mensile ’Il Romagna’.

Il suo rifugio è stata l’incantevole villa a Celincordia con il grande campo da calcio dall’erba sempre curata, dove si allenava e giocava insieme agli amici e al figlio Lorenzo, anch’egli tra i protagonisti della rinascita del Cesena Fc. "Mio padre è stato un esempio, un compagno di squadra, un rivale a tennis e un maestro nel lavoro. Era fermissimo nella disciplina su di sè - lo ricorda il figlio Lorenzo -. Quando fu ceduto il ramo d’azienda dell’impiantistica ed ebbe più tempo, segretamente si iscrisse a Giurisprudenza alla Sapienza di Roma. Mi trovavo nella capitale al seguito degli allievi del Cesena, quando mi telefonò per dirmi che era nei pressi e si era appena laureato".